L'arte di legare le persone, una lettera
Gentile Dott. Milone,
non scrivo spesso ad autori vivi, mi sembra una gamba tesa, un gomito alto, tanto che di solito mi sento invadente anche coi morti. Ho deciso di farlo in un primo momento sulla scorta della sicurezza della sua accoglienza, poi al grido chissenefrega mica gli scrivo davvero, è solo il mio blog.
Ho comprato L'arte di legare le persone pensando che il tema fosse quella capacità magica di alcuni di trattenere a sé altri essere umani. Probabilmente desideravo che il libro parlasse di questo, chi lo sa.
E invece.
Letto più volte, una dietro l'altra, a volte sono stata ferma su quei passi in cui descrive il modo di parlare, di appoggiare le mani, i rumori delle persone, ognuna col suo motore a usare il passato, il presente o il futuro, stare zitta e non muovere nemmeno l'aria, farsi tradire da un suono o non fare altro che escludere il silenzio, portarsi una mano al petto o toccarsi la testa.
Ho fotografato delle frasi e le ho mandate su WhatsApp a mia cugina, anche lei psichiatra, chiedendole è vero? sei d'accordo? La prima cosa che le ho spedito è stata la descrizione delle distanze Se vi avvicinate al metro, diventa fantasmagorico. Se vi avvicinate oltre, diventa un inferno. Lei, che una volta ha avuto il naso rotto, mi ha risposto sì, sono d'accordo (evidentemente in quell'occasione erano andati oltre il metro).
La guerra ogni giorno stanca tantissimo e mi dispiace tanto per Lucrezia, sembra facesse a pugni con tutto. Mi sono affezionata alle persone che sono passate per il Reparto 77 e che poi sono uscite in quel mondo pieno di luce, che bloccava Chiara sull'uscio, ché tutta quella luce divorante in faccia, non è invitante. No di certo.
Ho avuto spesso l'impressione che lei, dott. Molone, si sia lasciato guidare dal suo paziente per capirne lo stato, che non gli abbia messo addosso una categoria da manuale, o almeno non solo, perché tutte quelle metafore sull'isola della disperazione sembrano conoscere la via per arrivare alle anime rotte. Poi leggendo di tutti i moniti alla sua collega mi sono ricreduta, non è possibile farsi condurre, e allora come fa, come scopre la via?
Ha mai letto Harry Potter? In Harry Potter e il Principe Mezzosangue, Harry e Silente si spostano dalla scuola alla caverna in cui era nascosto un medaglione malefico da distruggere. Per poter arrivare a quell'oggetto del male, Silente ha bevuto la pozione della disperazione ed è quasi scomparso da sé. Il viaggio dalla Scuola alla caverna mefitica è avvenuto attraverso una smaterializzazione e si è passati da un posto conosciuto, per quanto ormai non più sicuro, a un luogo di tormento. Leggendo il suo suo libro mi è venuto in mente questo, al suo lavoro che sembra il tentativo di recuperare uomini e donne smaterializzati e riempiti di una disperazione divorante e multiforme.
Sembra che lei sappia che quel dolore è una zona certa e conosciuta per chi lo abita e che uscire, seppure per andare nel sole, non appare una buona idea. Ecco che legare le persone forse è un po' metterle insieme, come cucire le pagine di libro, non penso alla contenzione (mi strazia l'idea di qualcuno legato a un letto, ma non faccio il suo lavoro e mi premuro di non dire nulla), ma penso al ricomporle, unirle, riportarle indietro dalla caverna dei malefici e magari l'amore non basta sempre (faccio a botte con questo pensiero, per me l'amore è sufficiente per tutto), ci vuole anche un medico amorevole che provi ad aggiustare ciò che di rotto non si vede, ma se ne vedono solo le conseguenze.
Ho pensato che la sera deve essere proprio stanco e che chissà se, a casa sua, quando passa dal salotto alla camera chiude le porte a chiave.
La ringrazio dott. Milone, ha cacciato via un po' di paura da me e ha scritto un libro che invece non se ne andrà, immagino mi abbia legato.
Le auguro una Buona Pasqua vista mare,
Laura
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