Virginia Woolf a Charing Cross Road


Qualche giorno fa a Londra, ho trovato l'oggetto più incredibile che io possa scovare.

In vetrina in Charing Cross Roads, la via che era delle librerie, c'era una copia pubblicata dalla Hogarth Press di A Writer's Diary di Virginia Woolf. Chi legge questo blog sa che Virginia Woolf per me è come una casa o un'onda o una giornata bella, o anche brutta, è come la verità che ti tocca, insomma, lei per me è una cosa vera e sono rimasta lì incantata a guardare questo libro che conosco così bene. Sul marciapiede, con la faccia sul vetro.

Virginia Woolf ha tenuto un diario dal gennaio del 1915 alla sua morte, nel marzo del 1941. La sua intera vita personale e professionale è stata documentata dalle sue parole, a volte rapide e semplici annotazioni, altre riflessioni o descrizioni più ricche. Per circa mezz'ora dopo il tè, si dedicava a riempire le pagine che aveva fatto rilegare appositamente per esercitarsi nella scrittura, registrare i suoi pensieri e lasciare dei messaggi alla sé stessa del futuro e così è stato per quasi ogni giorno, al netto di alcuni periodi più difficili in cui aveva bisogno di riposare più che di ogni altra attività.

Alla sua morte, Virginia ha lasciato oltre venti quaderni in cui aveva raccontato i suoi giorni, le sue letture, gli incontri, i pensieri di una mente irrepetibile, di un cuore tormentato e di una persona che aveva già lasciato un segno indelebile. Suo marito, Leonard Woolf, con cui aveva condiviso quasi trent'anni, il Bloomsbury group, l'amore per la scrittura, il progetto della casa editrice Hogarth Press e le sue fragilità, si è trovato improvvisamente ad avere in mano questa mole poderosa di parole, insieme al dolore. Il rispetto per Virginia, per la sua intimità, ma anche per la sua immensità come autrice e saggista, lo ha poi spinto a pubblicare, soltanto nel 1953, una selezione di quei diari. Leonard si è dedicato al lavoro di raccolta seguendo due direttrici, usare la massima delicatezza verso la sfera personale di sua moglie e al tempo stesso consentire al lettore di conoscere i pensieri di Virginia annotati durate la stesura e relativamente ai suoi lavori. Nasce così a A Writer's Diary, un libro di Virginia Woolf.

Il volume esce nel 1953 per la Hogarth Press, come la maggior parte delle opere della scrittrice, a cura di Leonard Woolf che ne scrive una prefazione illustrativa di come abbia operato la selezione e con quali intento e con la copertina di Vanessa Bell, sorella di Virginia, pittrice meravigliosa.

Questi diari sono stati tra le letture più importanti per me, sono il modo in cui ho iniziato ad amare Virginia, un feticcio che ho avuto in borsa per anni in una edizione di minimum fax, il libro che ho portato con me in ospedale andando a partorire, il ponte verso una vita intera, una rivelazione continua e di più. 

E cosa dovevo fare se non entrare in quella libreria per toccare l'edizione della casa editrice dei Woolf? E quando entrando mi sono scese lacrime senza voce e tutti mi guardavano e la libraia mi ha detto lo sfogli pure se vuole e io avevo paura di farlo e poi invece l'ho aperto e ho scoperto che era la prima edizione e che costava tantissimo, ma come un cappotto non come una macchina, a quel punto dico, cosa dovevo fare?

(Ah, li chiamo Virginia e Leonard con grande affetto e perché non sono un critico, posso permettermi di chiamare per nome le mie persone importanti.)

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