Gigli di mare e fine d'estate



Non vivevo un'estate così lunga da anni. E' stata rigenerante nel vero senso della parola, mi sono dimenticata tutto il dimenticabile e oggi che torno alla normalità recupero i pezzi guardandoli come fossero nuovi. 

Ho letto molto, viaggiato, parlato con vari elementi della natura in perfetta conformità al mio panteismo e soprattutto, dalla natura medesima, ho ricevuto un regalo, un elemento che non conoscevo e che si è imposto con un fuoco incrociato.

Sdraiata al sole, in Grecia, scrollando Instagram trovo un post sui gigli di mare, certi strani fiori delle spiagge sabbiose di cui non sapevo nulla, pur essendo cresciuta in un luogo di dune, ma più sassose che altro. Leggo le poche righe di questo post, mi incuriosisco, cerco online qualche notizia in più, ma desisto e metto via il telefono, al sole non vedo nulla nello schermo. Dopo qualche ora, attraversando le dune, appunto sabbiose, li vedo, propri lì dove ero io: gruppi di gigli di mare. Mai notati prima. 

Pare sia una pianta, rara e misteriosa tipica del Mediterraneo. Col freddo trascorre un periodo di simil letargo, perde tutto ciò che spunta dalla terra e il bulbo resta quiescente e ben protetto, a riposo. D'estate fiorisce e il fiore è bellissimo, molto singolare, bianco, emana maggior profumo di sera e durante la notte, ermafrodita, i semi maturano e cadono dalla pianta a settembre, saranno raccolti dalle onde durante le mareggiate e disseminati sulle coste durante l'autunno. Al loro arrivo sulla terra nasceranno nuove piante, colonizzeranno altre spiagge e proteggeranno altre dune. 



Il nome scientifico è Pancratium Maritimum dal greco παν ‘tutto’ e κρατυς ‘potente’ per le sue presunte proprietà medicinali e per la resistenza al caldo estremo e maritimum viene dal latino mar a identificare l'habitat marittimo.

Il mito narra che il primo giglio di mare sia nato, come la via lattea in cielo, dalle gocce di latte cadute sulla Terra dal seno di Era, dea dell'Olimpo moglie di Zeus, mentre allattava Ercole.

Più panteista che mai, sono tornata dalle Cicladi con un nuovo pensiero bello e aspetto l'autunno con  entusiasmo anche per quelle mareggiate feconde.


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