Buon Natale signor Andersen

La regina delle nevi e altri racconti. Hans Christian Adersen. Bur. La mia copia. 


Gentile signor Andersen,

oggi è la vigilia di Natale e tutto il mondo è silenzioso come se non fosse festa, molti sono e resteranno soli, avremo tutti un po' di tempo per pensare e qualche rammarico con cui fare i conti, che si sa le luci del Natale non sono solo scintillanti di gioia, tanto meno in questo anno terribile.

Ho dormito male stanotte, ma mi sono comunque svegliata presto e ho iniziato le sue fiabe, in un'edizione bellissima con una copertina che è un sogno. Ho appena letto La regina delle nevi, non la ricordavo, forse non la conoscevo nemmeno, lo dico nel modo più sobrio che posso, è una favola tremenda, mi ha spezzato il cuore. 

In un mondo di povertà e attenzione per le piccole cose buone, dunque in un mondo sfortunato ma meraviglioso, lei fa arrivare una bufera di cattiveria sotto forma di specchio deformante e polvere di vetro che rendono tutto visibile soltanto per gli aspetti deteriori. Ogni persona, fiore o gesto sono storpiati negli occhi di chi è colpito dalla tormenta di orrore e a questo si aggiunge il bacio gelido della Regina delle nevi, che conosce solo gelo e vento. Metafora della condizione umana? Forse. In questo scenario due bambini amici, Kay e  Gerda, vivono vicini, giocano insieme, amano i fiori, ma un giorno, dopo aver sentito un dolore al petto e qualcosa di fastidioso in un occhio, lui scompare, travolto da cattiveria e freddo. Kay non ha più la bellezza nel suo sguardo, ma tutto gli appare brutto e il suo cuore è ridotto a un pezzo di ghiaccio. Metafora dell'uomo travolto dal mondo cattivo? Tutti credono che il bambino sia morto, ma non Gerda, che inizia un viaggio fino alla fine del mondo per trovarlo, convinta che ci siano ancora speranza e amicizia. Metafora dell'ostinazione del bene? Forse. 

Gerda è buona e affronta avventure incredibili e pericolose, ma proprio perché è buona riceve molto aiuto e finalmente ritrova Kay, oltre la Finlandia, chiuso in un palazzo di ghiaccio.

E come lo salva? Con le lacrime. 

Il pianto di lei scioglie il cuore freddo di lui che inizia a piangere a sua volta lavando così i suoi occhi dall'orrenda polvere dello specchio magico creato dallo spirito cattivo. Insomma, stanotte lei mi ha detto che piangendo te la cavi, ma vorrei chiederle, con queste lacrime, questo dolore che purifica, questo vigore della bontà e della sua forza irreprensibile, tutto alla fine avrà il suo posto? Sembra di sì, ho solo un dubbio, questa è una favola, quindi la fine è soltanto l'inizio della parte bella e migliorata, chissà la realtà. Comunque, la polvere contaminante ce l'ho, il subdolo male ce l'ho, qualcuno col cuore freddo ce l'ho, le lacrime pure, buona sono super buona, stando alla sua ricetta secondo me sto quasi per vivere felice e contenta.

Ripensandoci, le scrivo dunque per dirle che mi sbagliavo, la sua favola non è tremenda, è un insieme di pensieri sognati, quasi di psichedelia, di fiducia e determinazione e ho pensato che la regina delle nevi col suo bacio freddo è passata anche attraverso di me e sì, a pensarci bene, sono state le lacrime a scongelarmi. Ora basta però, ora tocca alla carrozza d'oro, ai petali di rosa e alle illustrazioni dei fiori.

Caro signor Andersen, ho pensato avesse rovinato la mia vigilia, ma invece aveva ragione lei, i cuori si sciolgono e le orrendi polveri si vincono.

Buon Natale al nord,

Laura


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