Il giorno del refuso


Dieci
Dieci dicembre, George Saunders. minimum fax. La mia copia.


Gentile signor Saunders,

le devo scrivere proprio oggi, per raccontarle di come abbia cambiato tutto nella mia vita sbagliando il titolo di un suo libro. 

Qualche anno fa quando Dieci dicembre è uscito per minimum fax io dissi al momento giusto e al posto giusto che sul titolo c'era un refuso perché il mio compleanno è l'undici dicembre. Al di là della vanagloria della mia osservazione e me ne prendo tutta l'inutile responsabilità, ma non sa che dialoghi meravigliosi prima e giornate poi, sono usciti da quella battuta e dunque, in origine, dal suo aver sbagliato quel titolo. 

Il due ho dimenticato di farle gli auguri, anche lei è uno di chiusura, si sente in effetti, e mi fa sempre un po' piacere trovare qualcuno di dicembre, come se incontrassi un marchigiano a Singapore. La mia ostinata e immotivata fiducia nel genere umano, seppure stia vacillando, si rianima sempre davanti a chi sa cosa significhi essere il più piccolo della classe, diventare maggiorenne per ultimo, prendere la patente quando tutti la hanno già, restare indietro su tutto ciò che l'anagrafe consente a un giovane. Fino a quando la prospettiva cambia. Allora sei l'ultimo a compiere trent'anni e con orgoglio dici ventinove fino al giorno prima, sei l'ultimo a compierne quaranta e te ne freghi perché ormai c'è passato tutto il mondo conosciuto e sempre e per sempre (finché durerà il Natale) vivrai un compleanno infantile fatto di lucine e addobbi.

Ma torniamo alla sua raccolta di racconti, la più importante di tutte per me, quella che se devo nominarne una la cito prima dei famosi Quarantanove, perché quelli sono forse i migliori al mondo, ma questi mi hanno travolto. Ho scritto un post sul suo libro l'anno in cui è uscito, lo trova qui, un post a caldo dalla lettura e dalle sue conseguenze e la sensazione che ho avuto allora vale in pieno ancora oggi "so cosa sto dicendo e non cambierà e, tu vieni con me fino alla fine".

Carissimo signor Saunders,

se volesse sbagliare ancora un titolo e farmi recuperare la meraviglia (che si sa gli esseri umani non sono bravissimi con l'infinito, ma non ho perso la fiducia) sarò qui ad accoglierla come sempre e a ringraziarla ancora per scrivere qualcosa che arriva in fondo, dove tutto è nascosto. Intanto rileggo Fuga dall'aracnotesta, il mio racconto preferito. 

Spero di leggerla presto, sta per arrivare l'inverno.

Un buon non compleanno anche a lei e sempre grazie,

Laura


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