La vegetariana. Han Kang
Dalla Corea e da quasi dieci anni fa, la prima edizione in patria è del 2007, arriva in occidente il romanzo della poetessa sudcoreana Han Kang, La vegetariana.
Uno sbarco importante subito coronato da un grande riconoscimento: la vittoria del Man Booker International Prize 2016.
A portarlo in Italia è Adelphi.
Queste le premesse di lettura di un romanzo di nemmeno duecento pagine ambientato in estremo oriente, nella cultura lontana di un paese praticamente sconosciuto alla maggior parte di noi occidentali, che tendiamo a mescolare, o almeno facciamo fatica a distinguere, soma e abitudini di Giappone, Cina, Corea, Laos e Vietnam. Ho letto questo libro senza curiosità, piena di pregiudizi, ero certa che lo avrei trovato eccessivo nella trama, inafferrabile nel ragionamento.
Una volta di più la letteratura mi ha travolta continuando a insegnarmi che limite cieco siano i preconcetti, questo libro è duro, sgranato, spinto ai confini e scritto in un modo eccezionale. Eccezionale. Han Kang scrive con maestria, proprietà e raffinatezza, non lasciando indietro le emozioni, e suggerendole al lettore con precisione chirurgica, ma lasciandole sorgere come la più naturale delle albe.
La protagonista è una donna che rompe gli schemi familiari e sociali in cui vive, è il sintomo di un'intera struttura che non va e che non può andare se non puntellandosi sulla remissività di alcune persone, o forse di alcune figura, l'una schiacciata dalla personalità e dal ruolo dell'altra, e sotto ai piedi di tutti ci sono le donne giovani. La protagonista decide di punto in banco di smettere di mangiare tutto ciò che deriva dagli animali, ma anche di toccare e preparare quel cibo, contemporaneamente si chiude in un silenzio astratto e in uno sguardo imperturbabile che l'avvicina sempre di più alla vita vegetale. Dal nuovo inaccettabile comportamento deriva la ribellione, seppure silenziosa, al marito, al padre, all'intera famiglia che si riunisce per farla tornare in sé.
Le dinamiche fatte di un marito del tutto disinteressato alla moglie se non nei termini dell'obbedienza e sottomissione che lei deve mostrargli, un padre che si dice disonorato dalla mancanza di rispetto che la figlia aziona verso il marito, madre, sorella, cognato e fratello che prendono parte alla violenza nei confronti di chi scegliendo altro da consueto rompe ogni equilibrio.
Il romanzo è strutturato in tre parti per altrettante voci, un una polifonia coerente ed emozionante, che segue non solo i pensieri dei personaggi, ma l'andamento della comprensione dei gesti e dei desideri della protagonista.
Il desiderio di scomparire, di non vivere secondo quelle regole, di dire, urlando col corpo e senza voce, che quella vita non è la vita.
La protagonista è una donna che rompe gli schemi familiari e sociali in cui vive, è il sintomo di un'intera struttura che non va e che non può andare se non puntellandosi sulla remissività di alcune persone, o forse di alcune figura, l'una schiacciata dalla personalità e dal ruolo dell'altra, e sotto ai piedi di tutti ci sono le donne giovani. La protagonista decide di punto in banco di smettere di mangiare tutto ciò che deriva dagli animali, ma anche di toccare e preparare quel cibo, contemporaneamente si chiude in un silenzio astratto e in uno sguardo imperturbabile che l'avvicina sempre di più alla vita vegetale. Dal nuovo inaccettabile comportamento deriva la ribellione, seppure silenziosa, al marito, al padre, all'intera famiglia che si riunisce per farla tornare in sé.
Le dinamiche fatte di un marito del tutto disinteressato alla moglie se non nei termini dell'obbedienza e sottomissione che lei deve mostrargli, un padre che si dice disonorato dalla mancanza di rispetto che la figlia aziona verso il marito, madre, sorella, cognato e fratello che prendono parte alla violenza nei confronti di chi scegliendo altro da consueto rompe ogni equilibrio.
Il romanzo è strutturato in tre parti per altrettante voci, un una polifonia coerente ed emozionante, che segue non solo i pensieri dei personaggi, ma l'andamento della comprensione dei gesti e dei desideri della protagonista.
Il desiderio di scomparire, di non vivere secondo quelle regole, di dire, urlando col corpo e senza voce, che quella vita non è la vita.
Titolo: La vegetariana
Autore: Han Kang
Traduzione: Milena Zemira Ciccimarra
Editore: Adelphi
Anno: 2016
Prezzo: 18.00 euro
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