Leggere a Capri. Leggere di Procida.



Napoli è una città piena, è una città che si vede che c'è stato un re ed è una città che si vede anche che è speciale, fosse soltanto per dove si trova. Un golfo di montagna, vulcano, cultura e mare blu, e davanti isole. Bellissime isole per viaggiatori e sognatori senza sosta, isole ricche di natura e di mistero, isole che si attraversa il mondo per vederle, isole che hanno ispirato storie e scrittori, isole che hanno visto l'amore e la crescita. Ci sono Capri e Procida, Morante e Moravia e Morante da sola.



La prima cosa che mi viene in mente pensando a Capri è la felicità e una fotografia di Elsa Morante e Alberto Moravia, non il mare azzurro, la grotta, le case incastonate nella roccia, non storie di imperatori o limoni e natura, ma due scrittori innamorati, lui seduto con i pantaloni chiari e una maglietta col colletto, mentre si tiene la gamba sinistra piegata, i piedi nudi, e lei con un due pezzi, la vita alta e praticamente dei pantaloncini, una fantasia che non riesco a decifrare, modernissima, un cappello in testa. Lui è seduto, lei in piedi e alle sue spalle scogli e mare. La foto è in bianco e nero. Di Capri, nessun colore. La storia racconta che Elsa Morante aveva venticinque anni quando un giorno di novembre incontrò Alberto Moravia a Roma, che da allora non si lasciarono più, nemmeno dopo aver divorziato. Negli anni '40 e '50 vissero periodi di felicità a Capri ed è con questo spirito che un'isola, oggi fatta di moda e mondanità, conserva, insieme alla sua bellezza naturale, la poesia della letteratura, della cultura, dei grandi amori.
E' da non molto uscito un libro per Neri Pozza, MoranteMoravia Una storia d'amore di Anna Folli e qui c'è quella Capri in bianco e nero che oggi possiamo colorare di mare e di sole partendo da un posto magico che è il Molo Beverello, a Napoli. Il suggerimento è di prendere due costumi, un paio di scarpe leggere, gli occhiali da sole e forse un cappello proprio come Morante e andare a vedere l'isola con questo libro sotto il braccio, con questo grande amore negli occhi. Un amore che fece di Roma la sua base e di Capri la felicità, fu lì, dove oggi tutto sembra luccicare di altro, che Morante e Moravia erano in pace, e il mare, gli scogli, il sole e il profumo di limone è lo stesso di allora.
Negli anni della crisi Moravia le scrisse:

"...Ad Anacapri ho avuto un momento di vera felicità quando dalla finestra della mia stanza ho visto la luna sorgere dietro il pendio del monte Solaro, sul mare. E paragonando questo sentimento di felicità con quello di tristezza che mi ha ispirato il ritorno a via dell'Oca dalla Svizzera, ho capito che era in parte almeno una cosa lega ai nostri rapporti: a via del'Oca sei sempre stata con me quasi unicamente ostile e invece a Villa Ceselle sei sempre stata quasi unicamente affettuosa." 

In un bellissimo epistolario intitolato L'amata Lettere di e a Elsa Morante per Einaudi, spesso Anacapri è il luogo di invio delle comunicazioni scritte da Elsa Morante e ricordate anche da Alberto Moravia.  Ma il rapporto della scrittrice con l'isola non la porta mai a raccontarla sulla carta, nel libro di Anna Folli si legge:

"I soggiorni a Capri regalano alla Morante alcuni dei momenti più spensierati di tutta la vita, eppure l'isola non diventa mai sfondo dei suoi romanzi."

ma poco lontano, a Procida, ambienta il libro con cui tutti cresciamo ancora e con cui lei nel 1957 vinse il Premio Strega: L'isola di Arturo. Oggi la tratta Capri-Procida è per lo più attiva durante l'estate, e in questo viaggio sull'Isola Blu si sale su un aliscafo e col romanzo in mano si va là dove Arturo cresce la sua immaginazione, a vedere ciò di cui Elsa Morante scrive:

"Le isole del nostro arcipelago, laggiù, sul mare napoletano, sono tutte belle." 

e il capitolo intitolato proprio L'isola, continua con una descrizione che consiglio a tutti di uscire andare in libreria comprare una copia del libro, è un Einaudi, e andarsela a leggere là, a Procida.
Per continuare con le suggestioni letterarie, Capri è stato il luogo magico non soltanto di Alberto ed Elsa, ma anche di Norman Douglas che nasconde proprio Capri dietro la sua Nepente, il dove immaginario in cui ambienta il suo libro più famoso Vento del sud, di Graham Green che dagli anni '50 abitò l'isola tanto da avere una propria residenza, Villa Rosario, a poca distanza da Villa Caselle di cui frequentava l'ormai noto salotto letterario. Curzio Malaparte fece costruire a Capri la sua stranissima casa simbolo del razionalismo, un parallelepipedo rosso incastrato nella roccia di Punta Masello e a picco sul più bel blu che esista in natura e in cui offre rifugio proprio a Morante e Moravia quando sotto il fascismo Alberto è sulla lista dei proscritti per i suoi articoli sul Popolo di Roma. È sull'isola che Mario Soldati scrisse il suo Lettere da Capri con cui vinse il Premio Strega nel 1954. È qui, tra ciò che c'è oggi, che possiamo rileggere l'isola di allora.

È questo il mio consiglio per l'estate.








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