La straniera. Claudia Durastanti

La straniera. Claudia Durastanti.
La nave di Teseo. La mia copia. 


Ho letto questo libro quasi due volte.
La prima l'ho lasciato poco dopo la metà. Era bellissimo, era emozionante e mi assorbiva, ma sarebbe finito presto e non volevo accadesse. Così l'ho interrotto.
La seconda l'ho ricominciato e finito.
Ho pianto e ho riso e mi sono preoccupata e ho invidiato, mi sono sentita fortunata a volte, borghese altre, mai sola, ho ricordato me e conosciuto lei, ho passeggiato per Roma, per Brooklyn, per la Basilicata, per Istanbul, per Londra, viaggiato in macchina, in aereo, ho dormito nei parchi di Roma, sono stata bambina, ragazzina, adolescente, donna, forse anche uomo, sorda, udente, irrequieta, ho mangiato e provato vestiti, ho dipinto, sono andata a scuola, sono diventata grande, ho viaggiato, mi sono affidata, ho sospettato.
La straniera di Claudia Durastanti è un libro colmo di vita vissuta  e come la vita è un insieme di episodi, alcuni giganti e altri piccini, che segnano il passo, il ritmo e le destinazioni di ciascuno e di alcuni insieme.
Prima ci sono i nonni e il loro vivere le perdite e i cambiamenti, poi sua mamma che è ragazzina e deve crescere e non ci sente e dunque la sua vita ha una piega dettata dal non udire i suoni, poi c'è suo padre, anche lui non ci sente, poi nascono i bambini, prima il fratello poi lei, Claudia. C'è l'Italia dei  migranti che lasciano qui i figli e la storia dei suoi genitori da giovani e poi un trasferimento negli Stati Uniti e così ci sono gli italo americani, poi si torna in Italia, e succedono molte cose a chi migra da una parte all'altra del mondo e non le racconterò io perché lo fa lei in modo splendido e il mio consiglio è di andare a conoscere questa vita.
Claudia Durastanti, tra l'altro, riempie il suo romanzo di riferimenti, libri, film, canzoni, arti varie, il che di solito non mi piace granché perché spesso accade agli scrittori di fare sfoggio o sembrare degli eruditini o manierosi primi della classe. Lei no. Lei infila libri, film, canzoni, arti varie, proprio come libri, film, canzoni, arti varie si infilano nei giorni di ognuno di noi e non c'è maniera, non c'è esposizione, è solo il racconto di incontri e la lingua è diretta e persino Cuore di De Amicis arriva e non ingombra e così Stephen King e su e giù destra e sinistra tra gli spunti diversissimi di una vita intera fino a Nek o Alien o i Rem o Beverly Hills 90210.
A metà libro Claudia è bambina e cresce leggendo in soffitta e la scena mi ha fatto pensare a Un albero cresce a Brooklyn di Betty Smith e non per la geografia, che nel frangente non corrisponde, ma per il desiderio, l'ardore e la lucidità con cui due bambine scelgono i libri e per la sincerità con cui questa scelta è descritta.
Prima di leggere La straniera, ho sfogliato alcune recensioni dotte, ascoltato alcune opinioni tecniche su questo libro, ma dopo non me ne è rimasta nemmeno una, tutto eclissato dietro al romanzo.
Ci sono quei libri di cui ti innamori perché ti parlano al cuore e non cercano di piacerti, non cercano immedesimazione, non cercano niente ma vogliono solo essere scritti. E come si fa davanti a quei libri lì? Forse non si vede altro che la loro forza e a me La straniera, col racconto di una famiglia in movimento, di orbite e traiettorie imposte o decise, con la mescolanza di culture e continenti, con la realtà che si porta dentro, è sembrato bellissimo e indistruttibile.
Lo porto ancora con me, in borsa.

Libro
Titolo: La straniera
Autore: Claudia Durastanti
Prezzo: 18,00 euro

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