Tenera è la notte, storia di una pubblicazione



Nei miei giri per mercatini, domenica scorsa ho trovato una copia di Tenera è la notte di Francis Scott Fitzgerald. Ora le sue opere sono fuori diritti, dunque le troviamo in molte edizioni, alcune bellissime, ma fino a poco tempo fa in Italia era solo Einaudi a pubblicare Fitzgerald. Ho già una vecchia edizione garzata, che fatico ora a ritrovare nel mare delle case e dei libri, ho poi una Einaudi anni 90 e la bellissima minimum fax pubblicata in occasione dell'ingresso delle opere di Fitzgerald nel pubblico dominio. Ma non avevo questa, seconda edizione negli Struzzi, 1974, la prima era stata nell'anno precedente. Comprare ancora una copia mi ha fatto pensare alle storie editoriali dei romanzi, ed ecco qui cos'è successo a Tenera è la notte.

Si tratta dell'ultimo romanzo completo di Fitzgerald (The last tycoon-Gli ultimi fuochi è rimasto incompiuto e poi pubblicato postumo sempre casa editrice Charles Scribner, come le opere precedenti), ha richiesto un lavoro infinito, diverse stesure e un lungo periodo di elaborazione coinciso con un momento complesso della vita dell'autore tra i suoi problemi di alcol e le difficoltà della moglie. In effetti, il racconto ha tanto della vita di Francis Scott e Zelda, i viaggi, la Francia, la società americana sotto la lente di ingrandimento, la fragilità mentale, le psichiatria, la perdita delle certezze e una patina di amarezza che ci riporta a Gatsby, ma più spessa, quasi come la cupola di un cielo in disfacimento.

Tenera è la notte è uscito per la prima volta su Scribner's Magazine, una rivista della casa editrice Charles Scribner, che dalla fine dell'800 al '39 ha coinvolto i migliori autori e artisti dell'epoca, tra i quali Henry James, Ernest Hemingway il presidente Roosvelt e, appunto, Francis Scott Fitzgerald. Dopo molte stesure, elaborate nel corso di diversi anni, il romanzo è stato pubblicato in quattro puntate nel 1934, tra gennaio e aprile.


Nello stesso anno è poi uscito anche il romanzo intero, ma comunque dopo una lunga revisione di quanto era stato pubblicato nella rivista. 

La struttura del romanzo era il punto centrale del lavoro dell'autore e delle modifiche che sono intervenute. La scelta tra una narrazione cronologica e una rimessa ai punti di vista dei personaggi, la presenza di flash-back, di un tratto di flusso di coscienza e l'intreccio delle prospettive hanno determinato il susseguirsi di molte stesure e una dinamica vita editoriale. Tanto che dopo la morte di Fitzgerald è stato di nuovo rivisto e modificato dal critico Malcolm Cowley sulla base di appunti dell'autore e pubblicato quindi in altra versione.




In Italia il romanzo è uscito per la prima volta nel 1949, tra i Coralli di Einaudi e tradotto da Fernanda Pivano, da quando è fuori diritti se ne trovano molte edizioni, io ho scelto quella di minimum fax tradotta da Vincenzo Latronico e uscita nel 2013 (ce li ho tutti i minimum di Fitzgerald, ne sono molto orgogliosa).

Sembra un romanzo senza pace, nella storia che racconta e nel suo vissuto, a dispetto del titolo che continua a cullarmi quasi in un dondolio impercettibile, tenera è la notte, quattro parole perfette tratte da un verso di John Keats (con cui ho un conto in sospeso al cimitero acattolico di Roma).

Away! away! for I will fly to thee,

Not charioted by Bacchus and his pards,

But on the viewless wings of Poesy,

Though the dull brain perplexes and retards:

Already with thee! tender is the night,

And haply the Queen-Moon is on her throne,

Cluster'd around by all her starry Fays;

But here there is no light,

Save what from heaven is with the breezes blown

Through verdurous glooms and winding mossy ways.

da Ode to a Nightingale


Commenti

Post più popolari