Leggere per ricordare. 27 gennaio.

Portico d'Ottavia 13. Anna Foa, Laterza.
L'isola in via degli uccelli. Uri Orlev. Salani.
Le mie copie.
In Italia esiste una legge di due articoli, la n. 211 del 20 luglio 2000, che prevede la specialità della data del 27 gennaio, istituendola "Giornata della memoria". E' stato così che la "giornata di abbattimento dei cancelli di Auschtwitz" (lg. 211/00) è stata eletta a momento di ricordo e riflessione sulla Shoah, le leggi razziali (nostre!), la persecuzione italiana contro gli ebrei, gli italiani deportati, imprigionati e uccisi e tutti coloro che si sono impegnati, che hanno rischiato e, in molti casi, che rischiando sono morti, nel tentativo di dare dignità e salvezza ad altri da loro (e forse anche a un Paese). L'articolo 2 della medesima legge dà specificazione di come il ricordo debba essere costruito e cementato di modo "Da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico e oscuro periodo, e affinché simili eventi non possano mai più accadere" (lg 211/00).
La questione è delicata e non c'è bisogno che lo dica io, ma affrontando, se pure solo con sé stessi,  questa realtà, credo sia inevitabile porsi la domanda di come dover ricordare lo sterminio, se documentando la morte o magari celebrando la vita e, da piccola e profana, credo che celebrare la vita sia un passo fondamentale del ricordare e del farlo con affetto, perché dietro tutte quelle colonne di persone, uomini, donne e bambini, ci sono non solo quegli uomini quelle donne e quei bambini, ma dei rapporti, dei mestieri, degli oggetti, dei talenti, dei desideri, dei caratteri completi accompagnati da un vissuto, non sono file di persone e basta, sono file di tante vite come le nostre, vite come quelle di chi è al sicuro. Il cervello compie una strana operazione spesso verso la violenza e verso la morte, quasi si abitua a considerarne l'esistenza seppure negli aspetti più turpi, ma verso la vita credo che lo stupore rimanga e lì arriva il dolore, almeno a me, non nel pensare alla morte, ma nel pesare alla vita che andrebbe rispettata più e più della morte. L'articolo 2 della lg 211/00 prevede che nella giornata di oggi siano organizzate "cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione" e di più, la legge (che nasce in Parlamento, che a sua volta altro non è se non l'espressione del Popolo, che ancora a sua volta come disse Peppone "il Popolo siamo noi") individua nelle "scuole di ogni ordine e grado" il particolare centro di realizzazione ed espressione di questa coscienza che si vuole non solo mantenere, ma anche creare. Le scuole. Di ogni ordine e grado. Le scuole. Quelle lì che non c' hanno una lira, servono però a creare il futuro della memoria e della riflessione. Sarebbe sufficiente questo per capire come la scuola dovrebbe essere il più ricco, di ogni sostanza benefica, presidio di uno Stato per il suo futuro. Che la riflessione si impara e imparare è attività più semplice e costruttiva se iniziata presto...per esempio a scuola! E chi ci insegna se non, lo dice la parola, gli insegnati? E gli insegnanti come dovrebbero essere per insegnare serenamente? Lo dice ancora la parola, sereni! E dove la trovano la serenità delle persone sottopagate e frustrate? Boh!
Resta comunque alla faccia di ogni difficoltà politica e sociale, e così dovrebbe essere, che il 27 gennaio è una giornata speciale, in cui specialmente dovremmo vergognarci e specialmente dovremmo decidere di impegnarci e specialmente dovremmo farlo, perché se parlare di Shoah, deportazione e lotta di uomini che si sono fatti ammazzare, se i film e i documentari ci fanno star male, cerchiamo di tributare questo "sforzo" a chi l'ha vissuta quella realtà che dal divano di casa nostra ci fa tanto orrore da girare la testa, chiudere gli occhi, fare ciò che è semplice: cambiare canale. Due giorni fa ho comprato "Portico d' Ottavia 13" di Anna Foa per Laterza, un libro sulla vita di uno stabile, "la Casa" del ghetto di Roma e delle tantissime persone che lo abitavano e lo hanno abitato dal rastrellamento del 1943, e per i mesi dell'occupazione nazista, nove mesi per la precisione, un parto di dolore. Per esempio leggere storie di donne che danno alla luce bimbi che non vivranno perché il momento che hanno scelto per nascere era il peggiore e dunque donne torturate nel corpo, nel cuore e nella loro natura, e leggere che a una di queste è dedicata una pietra d'inciampo e il mio modo di onorare la sua memoria oggi, sarà di andare a vedere il portone e la pietra che parlano di lei. Ho letto il libro in un giorno e mezzo, dentro ci sono nomi, nomi, nomi e nomi con vincoli di parentela, proprio perché quelle file di persone erano file di nomi con le loro famiglie e tutto quello che le persone si portano appresso, e luoghi, vie e civici, che sono case con dentro le vite di quelle persone. Non solo. Ci sono delatori e collaborazionisti e le sorti dei loro procedimenti giudiziari, con quelle sentenze dalle parole così facilmente interpretabili da lasciare di sasso. C'è la storia di un edificio in chi lo han abitato ed è un esempio, un caso, una parte minima di un tutto disgustoso. Ora inizierò un altro libro e sarà un libro pensato per ragazzi, perché se nelle scuole bisogna parlare bisognerà anche leggere e ho scelto un romanzo edito da Salani "L'isola in via degli Uccelli" (dal quale diversi anni fa è stato tratto un film che non conosco) in cui si narra di un bambino che vive nascosto nell'attesa del ritorno del papà rastrellato. ("Papà rastrellato" tipo foglia, un legnetto in giardino che col rastrello togliamo perché ci disturba). E nelle librerie ci sono stand e tavoli organizzati per suggerirci questo genere di letture e c'è Anne Frank col suo Diario che dopo la Bibbia pare essere il libro più letto nel mondo e c'è di tutto per documentarsi e sapere e ricordare una verità.
Queste le mie letture per il giorno della memoria e il mio modo di contribuire a non perderla, arricchito dal contributo di Cityteller e la sua mappatura dei luoghi qui, qui e qui.

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