Pronti partenza via: cinque libri nello zaino.





Non sono ancora in ferie, ma è qualche settimana che penso a chi portare con me, quali voci e quali storie a farmi compagnia in questa estate che è ormai qui da un mese, e che continuo a vagheggiare come fosse un orizzonte lontano.
Nelle ultime settimane leggo e scrivo molto e pubblico poco, ma tutto avrà poi il suo spazio sul blog, intanto ecco una nuova collaborazione con Goodbook, che vuole curiosare tra le valigie dei blogger: quali libri verranno in vacanza con me? Ed ecco cinque titoli che ho scelto da leggere a letto con la finestra aperta e le cicale fuori, in spiaggia col rumore del mare, in campagna sotto foglie leggere o chissà dove quando sarò libera di dedicare tutto il tempo alle letture, forse addirittura a Roma, con la città che si svuota e che prima o poi smetterà di bruciare.
La selezione è stata dura, ho una pila più alta di me di libri che voglio leggere e che possiedo già, e una lista molto più lunga di romanzi che vorrei recuperare, ma ecco i magnifici cinque per questo zaino in partenza, naturalmente non li ho ancora letti dunque non so dire altro che il motivo per cui li ho scelti.

In uscita dallo zaino:

Le voci del fiume di Jaume Cabré, scrittore catalano contemporaneo che ho trovato al Salone del Libro di Torino di quest'anno su consiglio dell'editore della Nuova frontiera. "Non conosci Cabré? Devi iniziare dal suo romanzo." Ed è così che Le voci del fiume è saltato dallo stand alla mia borsa, da Torino a Roma, da Roma alle Marche e da qui andrà chissà dove per le mie vacanze. Un romanzo lungo che attraversa la Storia del novecento spagnolo, guidato da una figura femminile che si preannuncia indimenticabile. Mi aspetto di scoprire un autore nuovo per me e una voce netta come promette il titolo del suo romanzo, vorrei trovare un racconto intenso come spesso lo sono quelli legati alla realtà.

Un tipo a posto di Miriam Toews, autrice che ho amato a prima lettura, conosco bene tre dei suoi libri pubblicati da Marcos y Marcos e voglio continuare a esplorare questa donna dalla voce distinta, potente e delicata. Le ambientazioni vere e sognanti al tempo stesso, che fanno da palcoscenico e forse completano quel sentire tanto limpido quanto umano e contorto che la Loews fa proprio di ogni suo personaggio. Questo è il suo secondo libro e sono sicura che ancora una volta mi farà ridere e piangere e volare lontano e ascoltare quella persona irresistibile dentro di me che ogni giorno mi impegno a zittire (ma smetterò). 

L'arte della gioia di Goliarda Sapienza, non ho mai letto nulla di questa scrittrice e ho pensato che sarà l'estate del recupero di una delle lacune che mi assillano. Un romanzo dalla gestazione lunghissima, quasi dieci anni a cavallo tra i '60 e i '70, pubblicato interamente nel 1998 da Stampa Alternativa e ora proposto da Einaudi. Ho sentito di lettori travolti da questa scrittura e dalla protagonista, Modesta, persona che non vedo l'ora di incontrare e dalla quale mi lascerò guidare attraverso l'avventura umana, lo scandalo e la formazione personale, perché l'unica cosa che so di questo libro è che sconvolge. 

Una coltre di verde di Eudora Welty, un tuffo tra le storie brevi di una scrittrice che racconta il vecchio sud degli Stati Uniti. Un recupero fatto da una piccola casa editrice romana, Racconti edizioni, che mi ha messo in mano questo libro (sempre al Salone di Torino) e non so resistere, anche perché avrò l'occasione di colmare un'altra terribile lacuna, quella di non aver mai letto Eudora Welty, premio Pulitzer e voce del Mississippi. La sua casa è diventata un museo nazionale e magari, un giorno, sarà la meta di un viaggio estivo, con lo zaino e dentro una nuova ispirazione di lettura. 

Dopo Hemingway di Fernanda Pivano, lei è per me maestra, riferimento, cardine, donna fondamentale, parte della mia costruzione personale. L'ho incontrata letterariamente quando avevo quattordici anni e ho iniziato a nutrire un amore profondo e duraturo per gli scrittori beat, per i poeti beat, per quell'America così potentemente raccontata. Passare per Fernanda Pivano era obbligatorio, ringraziarla anche. Dopo poco divenne lei stessa uno dei miei interessi e la sua chiacchierata con Hemingway con quel "Tell me about the nazis" che lui le rivolse dopo che lei finì in prigione per la traduzione di Addio alle armi, resta, nella mia immaginazione, uno dei momenti più profondi della letteratura vissuta. Così continuo a leggere di lei, e ho trovato questo libro che non ho, pubblicato da Tullio Pironti Editore nel 2000, e dunque ancora una volta ascolterò Nanda parlare di America.

È così che partirò, lasciando a casa copertine e coste e titoli che mi guarderanno con gli occhi spalancati, chiedendo di poter venire con me, di entrare nella mia borsa, ma io, rassicurante come solo le mamme sanno essere, ricorderò loro che è solo un breve saluto, che avremo tutto l'autunno e tutta la vita per poterci vedere. Ogni giorno. 

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