Ritrovarsi. Tu e io.

Il senso segreto delle cose. Lawrence Ferlinghetti
minimum fax. La mia copia
C'ero una volta io adolescente che leggevo On the Road di Jack Kerouac e sognavo l'America, e poi ero al ginnasio che scoprivo Spoon River dopo aver capito che Pavese era molto di più dei libri letti a scuola e con lui arrivai a Fernanda Pivano, che guarda caso era proprio lo stesso nome che trovavo nella prefazione di On the road. Così lessi tutto quello che trovavo sui beat, anzi prima imparai chi fosse uno scrittore beat, poi li andai a cercare ovunque potessero arrivare le librerie della mia piccola città e non ultime quelle dentro casa mia.
C'era una volta il periodo in cui i cerchi quadravano, e cerchiavano anche, intorno a me, dando e ricevendo significato. Erano gli anni '90, andavo a scuola e sognavo moltissimo, a occhi aperti, davanti alla finestra o camminando mentre tornavo a casa, avevo un milione di desideri e nessuna idea su come realizzarli.
C'era una volta la poesia e il poeta del mio cuore, che anche lui è americano e anche lui è un beat, ed è anche un po' italiano, si chiama Lawrence Ferlinghetti ed è ancora vivo, dal 1919 a oggi. Appartiene alla generazione dei miei nonni di cui il più vecchio era del 1914 e la più giovane è qui dal 1924, così i beat e anche Fernanda Pivano, Pavese no, lui era un po' più grande, a metà tra Hemingway e gli altri. 
Insomma tutte queste persone erano lontane da me nello spazio, ma non troppo nel tempo, visto che ci divideva solo la strana generazione dei miei genitori. 
Eccomi lì con Il dottor saxI sotterranei, a comprare Howl di Allen Ginsberg alla City Lights Books di Firenze, emozionata come se tutto dipendesse da quel giorno sul lungarno, e scoprivo e leggevo e il tempo passava e il liceo finiva e loro però restavano con me.
Tutta questa storia per dire che quando, qualche settimana fa, ho ritrovato un libro di poesie del mio amato Lawrence, è stato come mordere una madeleine. Chiaramente si tratta di una raccolta pubblicata da una prima minimum fax, che all'epoca per me era miniera di materiali necessari, oltre che prova che non ero sola in quell'amore vecchio e profondo. 
Il senso segreto delle cose, pubblicato a giugno del 2000,  lo comprai a Roma, in via Nazionale, mentre studiavo diritto civile, spesi 20.000 lire precise, mica poche. Tutto avvenne sette vite fa, ma ricordo benissimo il momento in cui trovai Virginia Woolf in una delle poesie di Ferlinghetti, e siccome se i beat sono padri, lei fa parte delle madri, rimasi in silenzio a guardare quelle righe, e in silenzio ci stavo molto poco già allora. 
La responsabilità extracontrattuale e la poesia, questo ero e questo sono rimasta, un giurista che legge e devo dire che è l'unica cosa che non è cambiata finora. Insieme forse alla mia taglia e al mio numero di scarpe.
La quarta di copertina di questo libro riporta una citazione:

"Tutto ciò che è perso deve essere
cercato ancora una volta"

e oggi la sento chiara, come un ritornello cantato da un libro nato diciassette anni fa esatti, quando tutto era ancora da fare. Eppure non è il passo in cui, questa volta, Ferlinghetti si è reso indimenticabile, lo è invece per un rigo scritto nell'Appendice alla genesi di Dopo lo stridio degli uccelli, un piccolo brano in prosa in cui dice:

"[...] poeta contro la mia volontà, nessun'altra alternativa di vita, niente altro che sia possibile [...]".

Titolo: Il senso segreto delle cose
Autore: Lawrence Ferlinghetti
Traduzione: Damiano Abeni
Editore: minimum fax
Anno: 2000
Prezzo: 20.000 lire


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