Minuti d'arte e ore a casa

Un minuto d'arte. Daniela Collu. Vallardi.
La mia copia.


Cara Daniela,

scusami se ti dò del tu, ma è un po' l'effetto notorietà, quello per cui io conosco te e mi sentirei a disagio nel non farlo, ma di fatto tu non conosci me, quindi metto le mani avanti e ti chiedo scusa.

Sabato ero alla Feltrinelli di largo Argentina, ero con mio figlio e cercavamo libri per lui, uno sul Colosseo e per compensare anche un nuovo Diario di una Schiappa, quando ho detto ad alta voce ah già che ci sono potrei prendere Un minuto d'arte e un signore alto con gli occhiali ne ha presa una copia da una pila ordinata a elica e me l'ha data (ho avuto l'impressione che fosse un gesto consueto per lui in questi giorni). Arte e bambini sono attaccati in quella libreria, così mio figlio e io siamo usciti ognuno con la sua versione di Colosseo da leggere, e ovviamente con una Schiappa.

Più tardi sul divano lui era svogliatissimo col suo libro in mano e guardava il mio che è il tuo, chi è Daniela Collu? Uno storico dell'arte. Una storica mamma, è femmina se si chiama Daniela. Sì scusa, una storica dell'arte (aprire con lui questo capitolo delle professioni declinate al maschile è un incubo per me). Collu è il cognome? Sì. Ma è un cognome vero? Sì. È strano, chi ha bruciato quei quadri? Quali quadri? Quelli della copertina. Valerio lo vuoi leggere tu? Sì, fammi vedere.

La mia lettura del tuo libro è iniziata così, con uno scippo, per fortuna poi s'è stancato e ha iniziato a lavorare ai suoi progetti di rivista enigmistica per bambini in quarantena e sono tornata a godermi il mio minuto d'arte che è durato un paio d'ore, perché seppure le opere che hai scelto sono sessanta e dunque anche i minuti, comunque c'ho messo due ore perché ho dovuto leggere, ridere, guardare, ricordare, almeno finché un pallone della Roma non ha rotto due bicchieri e lui mi ha detto guarda che artista!

Tutto questo per dirti che sei entrata in casa nostra ed entrare nelle case delle persone è una delle cose migliori che possa capitare a un libro come questo secondo me, e forse a un libro in generale, ed è il motivo per cui lo consiglierò e lo regalerò. Un libro dedicato all'arte, scritto con proprietà e competenza ma senza erudizione o intenti didascalici, ogni opera è descritta come se fosse una chiacchierata tra amici dei quali una è storica dell'arte e racconta la Gioconda e Pollock, poi magari un altro è astrologo e spiega la quadratura dei pianeti, una è medico e ricorda a tutti che il Covid-19 esiste e un altro ancora è ingegnere e non lo ascolta nessuno perché è troppo difficile.

Vorrei chiederti come hai scelto i sessanta capolavori di cui parli, come hai selezionato le informazioni da darci, sono quelle che ti piacciono di più, che ritieni più importanti o che lì chiusa in zona rossa con il mondo in quarantena ti sembravano quelle che andavano comunicate, perché un libro emotivo come è l'arte per chi la sente, ma scritto senza poterla vedere quell'arte, come fa a non venire fuori dal cuore?

Mi è piaciuto tanto perché fa anche ridere, pure se a volte in questi giorni (anno) è ridere per non piangere.

Grazie,

Laura

P.S. ho concordato una gita al Colosseo, sia ellittico che quadrato.

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