Il primo Salone del Libro di Torino non si scorda mai. Parte I




Il mio primo salone del libro di Torino. Lo so è una vergogna, ma Roma è lontana e nel fine settimana ho sempre lavorato. Quest'anno mi sono organizzata e forte di questo blog e del gruppo di lettura @TwoReaders, ho preso un treno emozionata e felice di andare in mezzo ai, MIEI, libri.
Lingotto enorme, tre sale enormi, corridoi enormi e stand infiniti. La prima impressione è stata simile a quella che ho in libreria guardando il bancone delle novità, soltanto elevata all'ennesima potenza e trasformata nell'atterrimento perfetto di un amore incredibile, che paralizza, che fa sembrare che il cuore esploda nel petto, ingestibile e incontenibile e impareggiabile ed ecco, che viene la parola corretta, tra me e i libri, tra i lettori e i libri, esiste un amore impareggiabile, perché loro, i libri, non finiscono mai, cambiano e arrivano in
un flusso continuo e con la capacità irresistibile di chi poi sa anche tornare. I libri nascono arrivano, partono, ne nascono altri e poi altri e il lettore non tiene il passo del suo cuore innamorato e ancora meno lo può fare quando i libri tornano a farsi rileggere.  L'ingresso al Salone del Libro è stato un innamoramento tipo "Tu sei troppo per me, ma io ti amo lo stesso" e così ho iniziato i miei giri tra editori indipendenti, spazi per letture, stand di grandi gruppi editoriali, concerti e confronti, ho trovato una quantità di case editrici che non conoscevo, e qualche nome amico, incapace di seguire la mappa, ho viaggiato a lume di naso indirizzata negli orari e nei luoghi solo da due appuntamenti fissi e che non avrei mai perso, la presentazione del nuovo libro Einuadi di Paolo Giordano "Il nero e l'argento" e la lettura di "Un certo Lucas" di Cortàzar che Fabrizio Gifuni avrebbe fatto per Sur. Due porti e in mezzo il mare dei libri e degli editori in carne e ossa, che diventavano nomi di persona senza marchi e facce senza indirizzi e-mail, uffici stampa e venditori, le persone dei libri e le parti del corpo dei libri, copertine, bandelle, pagine, carta e inchiostro, immagini e caratteri, tutti insieme all'emozione e alle scoperte di una lettrice vagante. Ho parlato tanto di @TwoReaders, illustrato il progetto, ricevuto libri da leggere e da proporre al gruppo e incontrato nuovi partecipanti alle nostre letture. Ho comprato regali e mangiato hot dog, ho perlustrato molti stand ed eletto i miei due preferiti (e/o al primo posto e Sur al secondo), ma più di tutto sono stata colpita dal fatto che è stata una delle poche volte in vita mia in cui mi sono sentita un pesce nell'acqua, ed è stata una sensazione perfetta.
In mezzo a tutta quella carta piena di storie e parole ero felice.





La commozione infinita della presentazione del nuovo libro di Paolo Giordano, Einaudi che mi ha gentilmente invitata e già ero felice solo per questo, ma un silenzio reale, in una sala immensa in cui pare difficile trovare quiete. Le mosche erano ferme insieme ai respiri, perfino i bambini erano rapiti dalla voce controllata e intensa di Isabella Ragonese, la  lettura pacata e densa e le parole dell'autore, un fisico che spiegava il suo romanzo con la sensibilità di chi sa capire le regole della natura, e dà corpo alle sensazioni particolari riportandole a una dimensione universale. Un incontro perfetto tra uno scrittore e il suo editor, avvolti da musica e immagini scelte per spiegare un titolo che nasconde una storia di equilibri. Dirompente la lettura di Cortàzar, la voce di Gifuni che sembra venire da dentro, da molto in basso dal cuore del mondo, tra gli stand un'arena piena di persone sedute in ascolto e circondata di chi passando di là non poteva non fermarsi e sentire la storia di questo uomo che si insinuava nel pubblico come i pesciolini, di cui racconta, nuotano nel suo sangue. Ascoltatori che aumentavano e il protagonista, "Un certo Lucas", che entrava, nemmeno troppo piano, sotto la pelle dei presenti che iniziavano a muoversi con lui, a cercare con lui, ad avere caldo con lui e a voler continuare a leggere di lui.
Inutile dire che mi sono commossa nell'intimità della presentazione del romanzo di Paolo Giordano e ho dimenticato il mondo intorno alla lettura di Cortàzar.
Ed è così che passando ore e ore al lingotto ho scoperto i moti dell'anima e le consegue fisiche del Salone di Torino, le buste e le borsette di tela omaggio o acquistate che si riempiono di volumi, le spalle stanche, i piedi addormentati, il peso che aumenta e col peso la consapevolezza che tornando a casa e riguardando gli acquisti si dovrà rispondere a una domanda: "da dove cominciare?".


(foto mie...e si vede)

Commenti

  1. rinnovato e nuovo innamoramento esploso in un lungo amore conosciuto.
    I libri possono turbare la testa e rapire il cuore.
    Gustavo Maria

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  2. Bel resoconto. Non ti vergognare: io ci sono ritornata dopo ben 9 anni!!! La mia prima volta non è stata una bellissima esperienza, ma a questa ci sono arrivata organizzata e consapevole dei gusti letterari.
    Ps: magari ci incontriamo l'anno prossimo, che dici?

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  3. Grazie Laura per questa bella condivisione, emozionante.

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