Indietro fino a Gorky Park
Gorky Park. Martin Cruz Smith. Il club degli editori. La mia copia. |
E' capitato in diversi post che abbia nominato il Club degli Editori cui è stata abbonata mia nonna per una trentina d'anni, perché è uno dei principali bacini delle mie letture classiche, un po' perché una collana di quel club era proprio dedicata ai grandi romanzi dell'ottocento, qualcuno anche più vecchio, un po' perché le allora nuove uscite sono i famosi classici contemporanei di oggi.
C'ho trovato di tutto, anche Gorky Park, di Martin Cruz Smith.
Il protagonista Renko, è stato per un periodo della mia vita famoso quanto Keizer Söze il boss dei Soliti sospetti, e questo perché da Gorky Park fu tratto un film, che di solito gli adolescenti vedono quando si raccontano di non avere paura di nulla e quando proprio I soliti sospetti o Carlito's way sono i loro film preferiti. Almeno era così verso la metà degli anni '90. Così fu che vidi prima il film, intorno ai miei sedici anni, ed ebbi una pura mortale, poi qualche estate dopo, lessi il libro, più grande, più solida, dopo aver letto di più. Ebbi comunque una paura mortale.
Gorky Park è un parco di Mosca, che dal 1928 si estende sulle rive del fiume Moscova, ed è qui che vengono trovati dei cadaveri congelati e sarà proprio il capo della polizia, Renko, a guidare l'indagine che lo porterà nei più bui incastri tra potere e crimine, nel cuore del KGB e poi negli Stati Uniti.
La storia è ambientata negli anni '70, e il romanzo è un giallo il cui personaggio principale è onesto e torbido al tempo stesso, considerato un fallito da sua moglie, non è un buon comunista, sta perdendo la fiducia nell'Unione Sovietica propagandata dal potere, è a una svolta nella sua vita personale e professionale e il caso arriva nel suo momento più difficile. Renko conserva una purezza di sentimenti da eroe in un ambiente che sembra vivere di muffa e complotti, Martin Cruz Smith riesce addirittura a costruire una storia d'amore nelle atmosfere opache e sporche dell'indagine. Il libro vive un passaggio in cui perde efficacia nel cambio di ambientazione dall'U.R.S.S. all'America, forse proprio per la minor suggestione, per quella sensazione di luce, seppure il labirinto continua, ma la morsa si allenta.
Il romanzo fu pubblicato negli Stati uniti nel 1981, l'anno successivo arrivò in Italia per Mondadori nella traduzione di Pier Francesco Paolini, che naturalmente è la stessa dell'edizione Club degli Editori. Gorky Park è un libro di quattrocento pagine, alcune delle quali addirittura ingarbugliate, ma le descrizioni e la costruzione dell'atmosfera sono inglobanti e terribili, e così il fascino creato dall'ambientazione russa e dal protagonista. Per l'immagine che Martin Cruz Smith descrive dell'Unione Sovietica il romanzo è stato bloccato molto a lungo in quel mercato, ma intanto nel mondo divenne velocemente un best seller.
Un ripescaggio di oggi tra i libri che furono e che restano.
Libro in foto
Titolo: Gorky Park
Autore: Martin Cruz Smith
Traduzione: Pier Francesco Paolini
Editore: Club degli editori su licenza Arnoldo Mondadori Editore
Anno: 1982
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