Il Bookpride che vivrei
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Questo fine settimana a Milano c'è il Bookpride, fiera nazionale dell'editoria indipendente, sarei felicissima di andarci, ma non sono molto in forma e non potrò fare altro che immaginare cosa farei se potessi, ed ecco dunque il mio giro immaginario.
Lo so che le fiere sono belle se il programma di incontri è bello, ma a me piacciono moltissimo anche gli stand e non trovo sia solo un grande mercato, tanto meno se si tratta di editoria indipendente, perché ci sono molte case editrici piccine e anche le medie riescono a portare tutto il loro catalogo e si tratta spesso di libri non facilmente reperibili in libreria. Questo è il primo motivo per cui le fiere mi piacciono tanto: sfoglio, consulto scopro, parlo con chi lavora per i libri. Ascoltare autori e incontri è certo un momento fondamentale, ma la scoperta editoriale mi nutre per mesi. Quindi il primo giro sarebbe tra gli stand a salutare editori, autori, amici, uffici stampa e tutte le persone carine che in questi anni di blog ho conosciuto, e poi giù a caccia di titoli. Di certo non salterei le Edizioni Black Coffee, seppure credo di aver ricevuto tutti i loro libri, vale la pena andare ad ascoltare la storia di un sogno trasformato in realtà, un passaggio da Add per vedere le novità e abbracciare il più grande ufficio commerciale che ci sia, e poi L'Orma che è una specie di piccola casa per me, Racconti edizioni che sta facendo un lavoro magnifico e sempre più strutturato, Lindau, che chi si perde Lindau è perduto, Sur perché gli editori di fiducia esistono e io ne ho almeno uno, 66thand2nd che ha una collana che voglio assolutamente esplorare, Casasirio coi loro ebook da comprare in libreria, Edicola Ediciones, perché per me ormai non c'è fiera senza di loro, Eris che sto scoprendo da qualche mese, Exorma che ha in catalogo uno dei miei scrittori italiani del cuore, Gran via che sto approfondendo con piacevoli sorprese, Hacca perché la terra è come il sangue, non si sfugge, e loro fanno un lavoro fantastico nella mia regione, Nottetempo che mi ha regalato letture indimenticabili, Il Saggiatore perché il loro catalogo per me è come un negozio di caramelle per un goloso, Voland che nasconde titoli da non perdere, La nuova frontiera che è uno degli editori con cui ho realizzato cose emozionanti nell'ambito del blog, Marcos y Marcos che dà vita ai minimarcos una delle collane cui più mi affido, minimum fax che mi ha cresciuta, NN che tira fuori libri da assolutamente da non trascurare, Liberaria che poggia su un entusiasmo contagioso, Iperborea inconfondibile portatore di aria del nord. Abbraccerei alcuni, saluterei tutti, chiederei delle novità e dei loro libri che mi sono persa e poi vagherei curiosa tra gli stand che non conosco, per cercare, immaginare e far nascere nuove idee. Il rammarico di non poter vedere tutte queste persone è grande e così quello di non poter partecipare ad alcuni degli incontri in programma: La parola con la R, per sentire parlare di racconti, Letture viventi incontro sui gruppi di lettura che sono il mio pane quotidiano, Il ritorno dei morti viventi, un approfondimento sul perché ritradurre i classici, e Come vivono i libri in rete, perché è quello che cerco di fare col blog, lanciare libri nell'etere sulla fibra della mia passione.
E poi stasera andrei alla libreria Verso, per Riviste in festa, appuntamento per conoscere ed esplorare un bene di cui io faccio un uso forsennato: le riviste letterarie e domani sera ad ascoltare il reading di Happy hour di Mary Miller con la McMusa.
Questo è il Bookpride che farei, ma invece sono qui coperta sulle gambe e divano, lo vivrò da lontano confidando nel lavoro di comunicazione dei miei blogger preferiti.
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