Il 2020 e i libri di guarigione

L'ombra della luna di M.M. Kaye. La mia copia.

Nel 1991 ho passato un periodo in cui non stavo bene fisicamente, era estate ed ero molto debole e la cosa sarebbe stata lunga e la tv mi dava fastidio, i libri mi pesavano addosso, per i giocattoli ero abbastanza grande e la Nintendo mi innervosiva. Dormivo, restavo sdraiata, immaginavo, mangiavo pochino, guardavo il soffitto sognando di dipingerlo con un pennello lunghissimo prendendo i colori dalla parete di fronte che sarebbe stata una grande tavolozza (dipingevo male anche nella mia fantasia), inventavo storie che non scrivevo e che ho dimenticato, parlavo un po' al telefono con nonne e cugine, avevo quasi 12 anni.
Mia madre insegnava a scuola e siccome era luglio aveva molto tempo per me e iniziò a leggermi un libro, uno lunghissimo, saranno state mille pagine, L'ombra della luna. Stavamo sdraiate a letto, il suo, vicine ma non troppo, lei legge benissimo ad alta voce e io quindi ascoltavo volentieri, ero magrissima e leggerissima, levitavo sul materasso e ascoltavo, ascoltavo, ascoltavo.
L'incipit di questo romanzo mi è sempre rimasto in mente, parlava di una bambina appena nata che si sarebbe chiamata Winter perché sua madre inglese viveva in India e sentiva la mancanza del freddo. Era una storiona tra colonie, paesi esotici, profumi e animali, avventure, amori, sogni, perdite e recuperi, era avvincente, e il libro aveva in fondo un glossario di parole indiane che accendevano la fantasia. L'ombra della luna diventò la mia giornata. Non respiravo bene, ero debole e minuscola e non riuscivo a fare molto, mi ricordo che ero sempre lì che pensavo, cantavo nella mia testa, immaginavo e ascoltavo, e lei, mia madre, leggeva, mi preparava cose buone (che mangiavo appena), rinfrescava me e il letto, e ricominciava a leggere.
Quando mi sono ripresa il libro era ormai finito, è rimasto appoggiato sul comodino di mia madre per molti mesi, fino a un trasloco. Abbiamo cambiato casa all'inizio del 1992 e dell'Ombra della luna più nessuna notizia. Perso chissà dove. 
Passano gli anni e ogni tanto ho chiesto a mia madre mamma, ma ti ricordi di quel libro che mi leggevi quando sono stata male? Ma che fine avrà fatto?
Niente, il libro era perduto, era rimasto in quell'estate del 1991 quando non stavo bene e quella storia mi aveva aiutato a guarire, ma poi è arrivato il 2019. Anno difficilissimo che avrebbe dovuto essere il migliore di tutti e che contemporaneamente al suo tracollo mi ha portato alla libreria Coreander a Roma una mattina di dicembre. Di nuovo non ero un granché in forma e il mio amico libraio mi ha detto guarda i libri usati ne ho tantissimi,  e così sbircio un po' svogliata come sono le persone tristi e cosa trovo in una cassetta?
L'ombra della luna!
Costava un euro, ma il libraio amico me lo ha regalato, è stato gentile e così riecco a me uno dei miei libri di guarigione e se non è un buon segno questo, cosa lo è?

(Ah comunque, come spesso accade, mia madre è stata il mio primo audio libro.)

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