Cuori in piena, Alessio Torino



Quattro padri e quattro figli.

Il paese piccolo dove nessuno dimentica e tutti sanno.

Chi se ne andato e chi è restato.

Il passato che non se ne va mai e si intreccia col presente.

Il corpo che si sveglia e ne cerca un altro.

L'estate che sospende e chiude i cerchi.

Cuori in piena di Alessio Torino ha dentro questi ingredienti e li mescola senza confonderli, ognuno resta nitidamente sé stesso e si ammanta, con gli altri, della sacralità della giovinezza. I quattro figli hanno circa tredici anni, due di loro vivono a Pieve Lanterna sull'Appennino Umbro-Marchigiano, uno, il protagonista, vive a Roma e Lanterna è il paese di origine del padre, e uno non c'è più, è morto in un incidente al fiume dove tutti d'estate vanno fare il bagno e i tuffi. I padri affondano il loro rapporto nella medesima età di confine e crescita, forse anche più indietro fino all'infanzia, tre sono rimasti a Pieve Lanterna, uno, Sebastiano Corsi, è andato a vivere a Roma, e così ha tradito il codice delle città piccine, quello che vuole che da sé stessi non si può scappare mai e per sempre dovrai qualcosa alle tue radici, che in fondo sono l'unica cosa immodificabile. Puoi cambiare tutto, ma non da dove vieni. Il figlio di Sebastiano è il protagonista, arriva da Roma e sale in sella alla sua BMX che lo porterà in giro per l'Appennino, tra boschi, fiumi e torrenti sempre al fianco di Achille e Giorgio, gli amici dell'estate, i figli dei compagni di scuola di suo padre. Quell'anno però è tutto diverso, la morte di Andrea Gori ha destabilizzato il paese, un padre impazzito diventato il matto del villaggio, circondato da un alone di mistero, la promessa di non tuffarsi il quel punto assassino, il corpo che incontra per la prima volta quello di una ragazza, la straniera che dal Benelux torna alle origini dei nonni trasferiti per lavorare in miniera. Storie di un'Italia intera.

La scoperta della fallibilità dei padri, i sensi che si svegliano con l'arrivo di qualcosa che sembra amore, la territorialità e il possesso che diventano quasi religione, i segreti che nemmeno il sole dell'estate sembra illuminare e il dolore, che forse quell'uomo non è diventato matto o misterioso, forse è soltanto il residuo di vita che si ribella alla morte del cuore seguita a quella del figlio.

In Cuori in piena l'estate del 1988 è una di quelle dalle quali indietro non si torna, nulla che sarà sentito, vissuto, temuto e scoperto in quelle settimane se ne andrà senza lasciare il segno.

Alessio Torino racconta un mondo materiale che vive nei ricordi, quello dei Campari al bar nei piccoli paesi, delle giostre che arrivano d'estate, delle amicizie profondissime e stagionali al tempo stesso, delle BMX spinte in salita in piedi sui pedali, dei gelati confezionati che tutti ne sappiamo i nomi e un mondo intimo che resterà per sempre, quello della comprensione e del distacco, del primo passo verso la scoperta di chi sei o la definizione di chi vorresti essere.

È un libro bellissimo, con delle descrizioni che sembrano dipinte da chi sente i colori, vede i rumori e non dimentica l'inquietudine.

È un consiglio.

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