Norvegia #1: Oslo



Alla domanda mare o montagna non so mai cosa rispondere.

Preferisco la montagna ma mi piace di più il mare, al mare mi rilasso in montagna esploro, sono felice di andare al mare, ma anche in montagna. Se al mare mi sento rigenerare il corpo, in montagna è la mente che si riprende i suoi spazi. Ecco perché era da molto tempo che pensavo a un viaggio al nord, in Norvegia, dove la mia malinconia e il mio bisogno di freddo in testa insieme alla natura incombente avrebbero avuto la loro azione benefica. Sono tornata in Italia il 1' maggio, sono partita il 21 aprile. E' stato incredibile e inaspettato. La malinconia è stata più di quello che pensavo, il freddo non assomigliava minimamente alla primavera, nemmeno in versione norvegese, la natura si è mostrata molto più che incombente, direi ineluttabile. Ma il primo passo, l'approdo, è stato facile.

Le prime tre notti le ho passate a Oslo, una città in continuo mutamento negli ultimi anni. La Norvegia è passata dall'essere un paese povero, a diventare uno dei più ricchi, grazie alla scoperta dei giacimenti petroliferi nel mare del nord, e la storia del Paese è cambiata, gli occhi lo vedono subito. Ciò che a Oslo è storico è piacevole ma modesto, molto austero e limitato, la fortezza è un castelletto, il palazzo reale una grande villa di campagna, nulla assomiglia ad altre maestosità europee, ma nemmeno ciò che c'è di nuovo. Oslo è all'insegna dell'arte, una città costellata di sculture nei parchi, per strada, sospese tra i palazzi, di gallerie private e pubbliche, di musei con architetture mirabolanti, di teatri che spuntano dal mare come iceberg. Di vetro, legno, marmo e metallo dosati come ingredienti di una nuova ricetta, adagiati sul fiordo e riempiti di turisti. Tre giorni di inaspettati 15 gradi al sole e di vento tagliente la sera.




Il quartiere adagiato sul fiordo, Tjuvholmenè un susseguirsi di palazzi nuovissimi e vetratissimi, opulenti seppure nelle loro linee scandinave, la vista apre sul mare e i canali che si diramano tra le vie sono quasi dei parcheggi per motoscafi. Una zona ricca, con qualche negozio e moltissimi ristoranti, qui si trova il Museo nazionale, un luogo meraviglioso dedicato all'arte scandinava, ma non soltanto e con numerose opere di Edvard Much, tra le quali l'Urlo, nella sua versione più famosa. A pochi passi dal museo c'è la vecchia stazione ora Centro Nobel per la Pace, di cui i norvegesi si sentono i custodi, all'interno è allestito un museo dedicato al premio. Qui si passeggia lungomare, sul porto di Oslo, dove si affaccia il castello e in estate si affastellano le navi da crociera. Qualcuno si tuffa a piombo, riemerge nudo, violaceo, a denti stretti e si infila dentro alle piccole saune disseminate sulle sponde.

Dal palazzo reale parte la via centrale molto commerciale, negozi di quelli presenti in tutto il mondo, nulla di particolare da vedere se non degli inaspettati e curatissimi centri commerciali che si trovano negli androni dei palazzi e che consentono di uscire di casa negli inverni duri e gelidi della città. C'è qualche bella pasticceria dove gustare i cinnamon bun, dei dolcettoni arrotolati di zucchero e cannella, alcuni negozi di souvenir e moltissime catene, una passeggiata carina, ma di certo non irripetibile, se non per qualche esposizione di maglioni tipici con le renne e i motivi che per noi sono più che altro natalizi. Lana stupenda, maglioni caldissimi, prezzi molto alti, per altro a Bergen ne ho visti di più belli.



Più interessante è il quartiere di Grünerløkka, negozietti vintage, designer scandinavi, arredamento tipico, ristoranti norreni. Un piccolo agglomerato di qualche via con palazzi bassi e di non particolare pregio, ma con un'atmosfera molto piacevole, belle librerie di viaggio e  meravigliosi negozi di articoli da trekking che sono presenti ovunque in Norvegia e sono tutti bellissimi. È qui che ho visitato il mercato della domenica di Ingensagate, in realtà ne ho visti tre ma questo era al chiuso e quel giorno pioveva. Un piccolo quartiere colorato di murales, con canali ed edifici di mattoni rossi, qui ho sentito un'atmosfera nota al nord, in Germania e in Belgio che sono i due paesi in cui ho abitato e che ho ritrovato in questo piccolo spaccato di città.

La prima sera ho cenato in un ristorante norvegese per norvegesi, molto carino, design scandinavo, musica bella e personale molto gentile, un menù fisso di cinque o nove piatti a scelta, tutto tradizionale, quasi casalingo, curioso, non posso dire particolarmente buono, se non per l'agnello che era davvero succulento. Al porto ho scelto un luculliano pranzo di salmone in tutti i modi, salmone talmente buono che ho pensato di non aver mai mangiato del salmone prima in vita mia, non sapevo che da lì a nove giorni lo avrei mangiato, mangiato, mangiato e rimangiato, ma resta una goduria.

Una nota, i negozi aprono tardi e chiudono presto, per lo più non sono aperti la domenica, il consiglio è di consultare i siti con gli orari, perché sono molto variabili. I musei sono chiusi il lunedì. 

Se può essere utile, ecco lo schemino dei miei giri a Oslo:

  • cena da Smalhans
  • passeggiata nel parco del castello reale e nella via dei negozi, visita alla cattedrale, e ho continuato fino alla stazione centrale, al teatro dell'opera Den Norske Opera & Ballett e al museo dedicato a Edvard Much Much museet
  • giro per i mercatini vintage o di artigianato: Ingensgate e Birkelunden, il secondo è all'aperto, la pioggia non lo ferma
  • passeggiata a Frogner: quartiere residenziale alle spalle della casa reale, palazzetti a schiera in stile un po' britannico, negozietti di design, parchi e una passeggiata piacevole tra i molti bistrot
  • visita al Museo nazionale di arte, architettura e disegno, dove c'è l'Urlo di Munch nella versione più nota e tanti altri quadri meravigliosi, un museo che se fosse nella mia città ci andrei una volta al mese ogni mese
  • Il museo d'arte moderna Astrup Fearnley, l'edifico è stato progettato Renzo Piano, si trova nel quartiere dTjuvholmen, sul fiordo, lì si può fare una bella passeggiata, mangiare e e guardare il mare.

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