Sofia si veste sempre di nero. Paolo Cognetti

Sofia si veste sempre di nero. Paolo Cognetti
minimum fax
La mia copia.
"Sofia si veste sempre di nero" è un libro sulla vita di una donna, ma è scritto da un uomo.
"Sofia si veste sempre di nero" è un libro in cui Marte e Venere si toccano e ne esce una ragazza ruvida come certi uomini, morbida come certe donne e irrisolta come la maggior parte delle persone. Sofia nasce per sbaglio, non era cercata, ma ha imposto la sua vita con talmente tanta determinazione che è diventata frettolosa ed è nata presto, troppo, ma in tempo per conoscere la prima figura femminile, incredibilmente femminile, del libro, l'infermiera che la accudisce in ospedale. E da quei primi giorni vissuti sotto la carezza di chi era infelice, Sofia prende e porta con sé la capacità di soffrire, di farlo intensamente, con un dolore che avvolge.
Sofia sarà una bambina con un'infanzia di fantastiche avventure di pirati, una mamma instabile, un papà che lavora e che trova la passione, e forse l'amore, fuori dal suo difficile matrimonio. Sofia sarà magrissima, con biancheria nera, la sigaretta in mano, la curiosità del luogo in cui vive rivolta tutta su di sé e un rapporto feroce col mondo. Sofia soffre da sempre fino a non saper soffrire, fino a saper scegliere e fino a saper interrompere l'amore naturale. La dolcezza è chiusa dentro un'aggressività che sfida continuamente chi ha di fronte, ma c'è e compare davanti a un panorama di Milano di notte, nella ricerca di una vasca da bagno o su una panchina nel giardino in cui è cresciuta.
Negli anni si avvicenderanno donne che in qualche modo faranno di Sofia, e della sua fragilità, il loro perno stabile, un asse terrestre molto inclinato, una ragazza con la capacità involontaria di far sentire importanti le persone che la circondano, perché un suo sguardo, una sua parola, un suo oggetto, perfino il suo dolore diventano fondamentali per chi le vive accanto. Perché Sofia è in bilico sul filo teso tra la sua difficoltà e la sua umanità, tra il respingere e l'includere. Tra il chiudere la porta e urlare perché qualcuno la sfondi.
La zia ex membro della lotta armata, una donna che è dovuta scappare, che non ama da una vita e che si prende la responsabilità della nipote, di insegnarle a mangiare; l'amante di suo padre, una ragazza che aspetta finché non diventa una donna che, stanca, se ne va; Margherita, conosciuta nella clinica in cui Sofia viene ricoverata dopo il tentativo di suicidio, forse l'unica figura che torna, l'unico cerchio che si chiude, il mio personaggio preferito, perché ricorda per risolvere i propri pensieri, torna sui suoi passi e sa dire grazie; una madre infelice e confusa; delle coinquiline che diventano una famiglia o vorrebbero esserlo. Un uomo lontano, suo padre, col quale Sofia, ormai grande, parla come con nessuno in tutta la vita; il suo maestro d'avventure, Oscar, l'unico con cui è stata felice eppure erano solo bambini che giocavano ai pirati; l'insegnante di teatro e amante, che a mio avviso ha l'unico pregio di possedere una vasca da bagno e di lasciare che lei ci si immerga.
Ogni tappa della vita di Sofia è una storia, fino al suo arrivo a New York, dove ormai attrice, perché ha mille difetti, ma non è vigliacca e tenta di realizzare i propri sogni, conosce la voce che parla di lei, il narratore della sua vita.
"Sofia si veste sempre di nero" è un romanzo a forma di racconti che descrive quella voglia di non essere sé stessi che bussa al cuore di tutti (o almeno al mio), sono dieci storie con la stessa protagonista, che all'inizio nasce e alla fine ha un futuro.

"Sofia si veste sempre di nero", di Paolo Cognetti ed edito da minimum fax, è stato il terzo libro letto da @TwoReaders, il gruppo di lettura ideato da Il tè tostato e sostenuto dalla partecipazione di tante persone e dall'impegno di una fedele cofondatrice.

Commenti

  1. Un bellissimo commento dal quale si intuisce che il libro ti è piaciuto. Fa bene anche a me leggerlo perchè sono stata più critica in senso negativo con Cognetti e leggere opinioni che me lo fanno in parte rivalutare è un piacere.

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