Caro Babbo Natale
(fonte: youtube, caricato da Marry Xmas)
è quasi ora di rivedersi e pensavo ai miei desideri. Scrivere a te è l'occasione per dire tutto quello che si vuole e sperare che arrivi, ma davvero sono una persona che ha tutto e non so da che parte iniziare a chiedere di più. Di oggetti me ne piacciono molti e siccome poi i pacchetti sotto l'albero ce li trovo sempre, anche se chiedo di non averne, ti ricordo che tazze per il tè, teiere, bricchi, piattini, cucchiaini, infusori e miscele sono sempre gioie e con loro lo sono i miei amati libri.
Devo dire che quest'anno alla fiera di Roma ho esagerato, sono tornata a casa con ventitré libri nuovi, tra romanzi, racconti, libri per bambini e pop-up e di nuovo chiedere mi sembra un problema, MA (bello grande) si sa che non si mette mai un punto e allora ci sarebbe "Longbourn house" di Jo Baker per Einaudi, che pare sia in odore di Austen e sembra brutto non leggerlo, "La frantumaglia" di e/o che è l'unico libro di Elena Ferrante che non ho, poi vorrei di diari di Pavese "Il mestiere di vivere" sempre Einaudi, "Limonov" di Emmanuel Carrere pubblicato da Adelphi che, incredibile, non l'ho ancora letto. Con i libri mi fermerei perché mi è venuto in mente di approfittare per chiedere altro. Come tu ben sai ho un brutto carattere, credo più all'impossibile che al possibile, non faccio quello che vorrei per paura di sbagliare e sto più ferma di quanto sia intelligente fare, ecco, se tu potessi mandarmi la capacità di cambiare qualcosa di me sarei molto felice. Vorrei imparare a credere che molto si può fare, che convinzione, tenacia e ardore non siano solo parole delle quali conosco il significato, ma il mio modo di vivere, vorrei diventare come sarei e credo mi serva aiuto. Forse è proprio questo che mi piacerebbe, che ognuno si guardasse dentro per conoscere i propri desideri e nel caso la vita fosse più vera che sognata vorrei, e questo con tutto l'ardore che ti chiedo di mandarmi, che ognuno fosse aiutato a vivere nel modo migliore le circostanze che capitano e che l'ineluttabilità diventi solo una direzione non una prigione. Vorrei che i cervelli si accendessero di sensibilità e che nessuno, nessuno più da nessuna parte, rubasse più nulla al prossimo, né averi, né tempo, né dignità, né pace, né la vita. Vorrei che i bambini fossero tutti al caldo e che gli adulti fossero un po' meno convinti di dover sembrare perfetti e iniziassero a essere migliori.
questo è ciò che ti chiedo, non è poco, ma tu sei Babbo Natale e sai far volare le renne, sarà più facile per te che per me e nel caso non fossi d'accordo coi miei desideri puoi scegliere tu, io mi fido.
Buon Natale,
Laura
vediamo quello che si può fare
RispondiEliminaBella letterina. sentita profonda sensibile. Davvero.
RispondiEliminaMa io mi chiamo Natale, per tradizione familiare, Nonna Natalina si augurava una femmina e non si aspettava di essere contraddetta. E sono un babbo. Tre maschi.
Mentre ascoltavo le sue parole (sì, perchè Lei parla, non scrive) ho avvertito un soffio di sensibilità, di speranza, di impegno. Cercherò di fare anche l'impossibile, ma vede.. non faccio volare le renne, loro mi trascinano dappertutto e non hanno mai fatto neanche un tagliando, sono intelligenti sensibili ma permalose. Cercherò in fondo alla gerla per donarle qualcosa che ancora forse le manca: Fede in ciò che spera, Pazienza e Perseveranza, umiltà per vivere anche l'oggi senza aspettare solo il domani.
Babbi di Tutto il mondo unitevi, per proteggere e far felici tutti i bambini e non solo i propri.
Pavese è sicuramente da leggere! :)
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