Salone del libro di Torino 2016: il ritorno




E così è finito anche questo Salone del libro, le case editrici avranno un bel da fare a smontare e spedire tutto alla base e tirare le somme. Lo stesso sto facendo io, in proporzione al mio impegno e relativamente ai miei obiettivi che, noto, cambiano di anno in anno.
Sono stata al Salone molto poco rispetto al solito, il pomeriggio di venerdì e la giornata di sabato col mio #salTOur16, che quest'anno si animava di interviste in live tweet, che sto ordinando nella mia pagina Storify, purtroppo per il poco tempo non sono riuscita a parlare con tutti gli editori che avrei voluto, ma ho incontrato grande disponibilità e voglia di raccontare e credo che questo dovrebbe essere lo spirito di appuntamenti come Salone. 
Il lingotto mi era sempre apparso come un luogo sconfinato pieno di libri, questa volta era un'enorme accampamento romano, un posto sicuro nella città protetta dalle Alpi e dal fiume, le insegne riconoscibili, le lance puntate per segnalare i settori di appartenenza delle legioni ben visibili, in un certo senso era anche individuabile la tenda del praetorium, poi i tribuni e le legioni. Le viae interne solcate dalle truppe dei lettori, dei librai, dei curiosi, di chi lavora per i libri e si incontra, quest'anno con editori in scambio e blogger, diffusi come lanterne, a segnare una mappa di future letture. Affascinante e bellissimo, proprio di una cultura millenaria, nel rispetto di chi certe cose le faceva davvero bene. 
Il lingotto è una scacchiera di vie, di stand come tende, di editori e delle loro squadre come dei paladini del libro e di visitatori come alleati, un castrum da vivere insieme, condividendo l'obiettivo della valorizzazione del mondo culturale letterario, della diffusione della lettura. 
I questo clima, o almeno in quello che ho percepito, ho incontrato persone che conoscevo soltanto online, ma delle quali sapevo molto grazie a quello strano mondo di ultra realtà che internet sa creare, e poi case editrici con cui ho ormai rapporti amichevoli, se non di amicizia, uffici stampa pieni di capacità e entusiasmo, e nuovi progetti editoriali, piccole case editrici che approfondirò per poi contattarle e iniziare a conoscerle meglio. 
Sono tornata con un bottino prezioso: le idee di chi ha creduto di impegnarsi a scriverle, fotografie di persone cui ora so dare un volto, strette di mano e baci e abbracci che hanno un senso anche quando si esce dal clima dal Salone, e progetti, una lista di bellissimi progetti e gli stimoli per realizzarli.
Pian piano nel blog usciranno le presentazioni dei libri, delle case editrici e le recensioni.

Buone letture!






Commenti

  1. Mammamia, quanti libri hai preso! *__* Mi è piaciuta tantissimo la tua descrizione del Salone, per un attimo sono riuscita a immaginarmelo. Invidia color verde acido, guarda. Il tuo è il secondo post che leggo, a riguardo, e vedo che vi siete divertite tutte. Che bello. L'anno prossimo devo troppo esserci.

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    1. Devo dire che ho incontrato anche editori generosi, anzi, molti lo sono con chi lavora per i libri senza essere formalmente riconosciuto, come siamo noi blogger letterari. Dunque ci sono proposte di editori e libri che volevo da tempo e che ho aspettato di prendere al Salone, perché è come se fossero più saporiti, ed inoltre la fiera è un costo per gli editori e sono felice di sostenerli.

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  2. Che meraviglia! Qualcuno che è tornato con una valigia più pesante della mia!

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