Il richiamo del cuculo e il 4 novembre.
Lunedì insolito a lavoro in libreria.
Oggi è il 4 novembre e nel mondo, nel 1918, finì la prima guerra mondiale, a Roma per fortuna c'è aria di istituzioni e frecce tricolore per ricordare e per celebrare la pace.
Il 4 novembre del 2013 invece, in tempi d'oro ricordiamolo, è atteso per altro, per un'uscita editoriale e con questi pensieri, di come il mondo possa migliorare (sempre), sono qui nel mio piccolo caldo luogo ed è appena arrivata una consegna.
Un paccone, la mia libraia lo apre, (non so che faccia abbia fatto perché da dove sono seduta non l'ho vista e poi lei è abituata) si avvicina, io sempre china al pc, dice "Eccolo!" e mi porge questo:
Il 4 novembre di quasi 100 anni dopo la più sanguinosa delle guerre che il mondo abbia conosciuto, esce in Italia un libro atteso dal popolo dei lettori universali e per questo si gioisce...e ancora a pensare che le cose vadano male, ancora a lamentarci.
Oggi sono felice perché è uscito "Il richiamo del cuculo" è evidente che non abbia pensieri difficili, che non abbia problemi, che dovrei dire solo grazie, perché il 4 novembre per me è un giorno di pace che succede a giorni di pace.
Dunque, non dimenticando che questo è un giorno importante per il mondo, che il 4 novembre di tanti anni fa è successo qualcosa che ha segnato la storia, veniamo a oggi.
La prima conoscenza col volume e il cuore leggero.
La copertina è rigida e ci sta, ma l'immagine della sovracoperta non mi piace nemmeno un po', magari leggendolo scoprirò che è azzeccatissima, eppure dubito che riuscirò a fare pace con quel colore di cielo. Però, perché c'è sempre un però, è un giallo e i gialli spesso hanno queste copertine tormentate con cieli improbabili e figure maschili avvolte dal nero mistero.
E, il mistero inizia dal nome dell'autore, Robert Galbraith, chi è? "Nessuno", allora perché quest'uscita in Italia è così attesa? Banale, il libro è già famoso, e lo è perché dietro all'illustre ignoto si sa esserci lei, la donna dall'immaginazione impareggiabile, J.K. Rowling. La domanda è banale, a che scopo uno pseudonimo se poi si rivela a tutti chi è il vero autore? Che forse il caro Galbraith senza il sostegno della celebre identità non vendesse abbastanza? Questa mi appare l'unica spiegazione possibile, altrimenti perché nascondere un nome con un altro per poi svelare il segreto dopo poche settimane dall'uscita inglese?
Orbene sono qui, col libro accanto a me, la libreria tutta intorno, e c'è qualsiasi cosa a farmi gli occhi dolci lì sul tavolone dei desideri.
E allora prendere o non prendere il libro di "J.K. Galbraith"?
Questa cosa dell'identità nascosta e svelta mi perplime, che il libro non sia un granché? Che come giallista la Rowling non sia all'altezza di se stessa? Il che se anche fosse, a mio avviso, non sarebbe un problema, anche lei avrà pure dei momenti di normalità. Non rispettare i propri standard diventa davvero un problema così grave? Che dire, in fondo tutti gli Harry Potter sono gialli, tutta la saga lo è e la suspance non manca e questo depone a favore del caro Galbraith, che nel mondo meschino forse non riuscisse e venir fuori solo perché il suo era un nome qualsiasi?
Commenti
Posta un commento