In odore d'autunno e sentore d'inverno.
Un autunno che quasi non esiste questo del 2013, ha un ultimo mese per riprendersi un po' della sua
identità, per far diventare gli alberi gialli e rossi e, per far soffiare il vento in continui tramonti che vanno spogliandosi, per permettere al freddo di creare l'aspettativa dell'inverno e per iniziare a portare il calore, che non si penserà ancora appartenga all'estate! L'atmosfera è un'altra cosa. Questa stagione senza lineamenti, destabilizza le mie abitudini, niente cappello, niente castagne, niente mani fredde, e allora l'autunno me lo creo da sola, aspettando un inverno che farà maturare le tre correnti calde di quest'anno.
Cercando i colori delle stagioni nei ricordi ho ritrovato le favole, i libri d'avventura, i libri fantastici, i libri di quotidiano vivere e grandi sentimenti, libri educativi, libri tremendamente descrittivi dell'istinto e del sentire immediato.
Libri che insegnano perché spesso questo è il loro scopo, libri che ricordano come dentro la pancia ci sia sempre la risposta,
libri in cui gli adulti non sono in grado di capire e sbagliano (quasi tutti), libri in cui i sorrisi sono di porporina e le lacrime di piombo. I classici e i contemporanei, i romanzi di formazione, quelli in cui si diventa grandi, in cui, o meglio, si è ancora in grado di cambiare. Leggere Mark Twain e Eva Ibbotson, J.K. Rawling e L. Frank Baum, Stevenson e Dahl, Villoro e Collodi, e vedere come i ragazzi hanno bisogno della fiducia degli adulti, ma hanno anche coraggio da leoni e ali di farfalla, quelle vere, che Barrie lo sapeva bene! Volare, navigare coi pirati, avere una bacchetta magica o vivere lungo un fiume, che nel mondo dei ragazzi lo spazio non è una dimensione. E allora, in quest'autunno che non vuole dare calore, continuo cercare il mio angolo di vetro appannato, se pure lo è grazie al fumo della tazza bollente che ho sempre in mano e, ringrazio il mio tè affumicato. Lapsang Souchong, un tè nero cinese fatto ossidare e poi affumicato. Un misterioso sapore di fumo, un tappeto volante che viaggia nella nebbia. Con un aroma che vive perfettamente tra pile di libri e tramezzini con cetriolo e aneto. Il tè affumicato è il protagonista della mia cucina di questa stagione e del relax trasognato di chi non guarda l'orologio, che forse è ora di pranzo o magari di merenda, non importa. E lì, accanto a una tazza che non si preoccupa del tempo, c'è la mia terza inclinazione di stagione, i libri che raccontano di famiglie, snodandosi in epoche e società diverse, tra i membri di un'unica comunità che se pur limitata spesso racchiude tutte le sfaccettature dell'anima. I Melrose di Edward St Aubin, settecentotrenta pagine in un volume leggero come un soffio e pieno come solo le case sanno essere, La famiglia Winshaw di Jonathan Coe, dove fratelli e sorelle vivono aggrappati ai loro ruoli, Le correzioni di Jonathan Franzen e il Natale che ha ancora una volta il potere magico di far desiderare una vera riunione sotto la regia di una madre che vuole la sua famiglia come l'ha immaginata, La bellezza delle cose fragili di Taiye Selasi in cui si viaggia riscoprendosi, e così tornando a Cent'anni di solitudine dove Marquez fa perdere l'orientamento a Macondo vivendo con la famiglia Buendia, fino in alto, là dove il dito grosso aiuta il dito piccolo nella rappresentazione del vincolo che Padron 'Ntoni ha spiegato a tutti noi. Ed è così che voglio passare l'inverno, nell'aroma del tè che sa di fumo, che sia proprio il Lapsang Souchong o la miscela Russian Caravan, e dentro pagine di libroni che illustrano epoche, personalità e sentimenti, raccontando la vita attraverso le sue radici, in un nucleo vecchio come la storia e confuso all'ardore d'avventure giovanili. Così mi farò strada nei pomeriggi che sono già notti, nella pioggia della mattina quando ancora c'è il torpore del cuscino sul viso, nelle lucine di Natale che iniziano a brillare, nel freddo tagliente di febbraio e nel cielo grigio di marzo. Quest'anno in cui l'autunno zoppica, ma l'inverno di certo arriverà e sarà lungo, sono i libri per ragazzi, il tè affumicato e le saghe famigliari ad animare il racconto di una stagione. In una scorta inesauribile.
(Che poi forse oggi 19 novembre 2013, l'unica tendenza che dovremmo seguire è quella di proteggere le nostre case, le nostre città, le nostre regioni, il nostro Paese e tutto il Pianeta, ché la natura è sempre se stessa).
forse uno dei suoi ragionamenti più intensi. le mancava il freddo, e ora che si comincia a sentire si copre di pagine
RispondiEliminaquando l'inverno arriverà avrà, dopo tanto attendere, il sapore della domenica......? dolceamaro, intendo...
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