Le avventure di Huckleberry Finn. Mark Twain.


La mia copia.
Hemingway scrisse  "tutta la letteratura americana moderna discende da un libro di Mark Twain 
intitolato Huckleberry Finn." A un commento del genere si reagisce per forza e quindi curiosa, studiosa, coi complessi d'ignoranza cosmica sono andata in libreria e l' ho comprato, nell'edizione B.C. Dalai che è qui a fianco. Questo libro però è una seconda puntata e precisamente è il continuo di Tom Sawyer e dunque che si fa? Si va a ritroso e si inizia dal numero uno. Così ho fatto, ma suggestionata (facile, o forse obbediente) da Hemingway il primo m'è sembrato un libro per ragazzi e il secondo un'illuminazione.  Troppo potente per essere un libro soltanto per un pubblico determinato e con dentro troppi ragazzi per non farlo leggere ai giovani.
Contemporaneamente capita che vedo un film con John Travolta, "Una canzone per Bobby Long" tratto da un romanzo di Ronald Everett Capps, che non ho mai letto, ma comunque la storia è ambientata nel sud degli Stati Uniti dove un ex accademico e uno scrittore vivono una realtà tutta americana che si alimenta delle sponde di un fiume e il mio coinvolgimento cresce. L'atmosfera ferma e immutabile che a volte sembra caratterizzare la realtà americana (il film è del 2004) e la letteratura di Twain così ricca di vita intrecciata ai luoghi che fa venir voglia di creare una mappa idrica della letteratura statunitense. Immersione totale. Nel fiume. Nel Mississippi.
Huckleberry Finn è un libro incredibilmente avventuroso diretto dal fortissimo istinto del protagonista che inesorabilmente lo conduce verso la libertà e l'amicizia, entrambi stati dell'anima così profondi da essere confusi tra loro.  Huck è davvero capace di desiderare la libertà dell'amico Jim, schiavo perché di colore in un' America di Stati Confederati, con lo stesso ardore con cui la desidera per sé. Ed è così, spinto da un sacro fuoco, che con Jim, schiavo scappato, si avventura lungo il Mississippi su una zattera, cercando di risalire, attraverso una rete di fiumi, fino agli Stati Liberi dell'Unione, in cui la schiavitù sta per essere abolita e la libertà inizia ad avere una forma e un volto. L'umanità che si incontra nelle pagine del libro da' il peggio con il padre, Pap, sempre ubriaco, violento, interessato al bottino che Huck ha conquistato alla fine del libro precedente ed esempio di una paternità che è peggio dell'essere orfani. Intorno ci sono imbroglioni, approfittatori, ma anche persone accoglienti che cercano di aiutare il ragazzo ad inserirsi nell'allora vivere civile, nella realtà "per bene", fatta di scuola e chiesa e, ci sono gli amici, il momento più alto e brillante dei rapporti costruiti da Huck.
La zattera di Huckleberry Finn è un tappeto volante, attraversa l'America come poi la attraverseranno le macchine degli anni '50 e '60, è simbolo e mezzo per la libertà, in un rapporto quasi sentimentale con i suoi occupanti e quando i due imbroglioni, il Duca e il Re, ci salgono, la vivono, la usano, vien voglia di farli cadere nel fiume e urlare  "Via da quiiiiiiii!!!!" La zattera è sacra, è compagna di Huck e Jim, è il mezzo, il passaporto, gli sforzi, i desideri e l'amore per l'unico sentimento davvero capace di far lottare un uomo, la libertà. E quando va in pezzi un dolore infinito, il lettore è a piedi, lì nel guado tra la violenza e la schiavitù, col terrore di dover tornare indietro o peggio di non poter più andare avanti. E' come una Provvidenza col suo carico di lupini, ma qui, dietro a quella zattera c'è una potenza inesauribile, quella di uno Stato nato per desiderio di libertà e che per quella libertà sarebbe morto e così la zattera risorge. Zattera fenice. E il fiume è una route 66, e l'ardore è vecchio di duecentocinquant'anni, che allora lungo il Mississippi c'era anche la meglio gioventù.
Un libro fortissimo.

Commenti

  1. brava! ho letto questo libro così tanto tempo fa...,che, troppo giovane e troppo poco attenta, ho interiorizzato concetti ,sensazioni e sentimenti senza farci caso e, grazie al suo commento, ricordo,comprendo meglio e rileggerò.

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  2. con molta cautela ed ancor più rispetto, avanzo alcuni suggerimenti e qualche ipotesi:
    rilegga lentamente Tom Sawyer gustandolo con il palato e digerendolo, senza fretta e sopratutto senza la fretta di ritrovarci subito H.Finn.
    Lascerei perdere la meglio gioventù per non abusare di una fortunata definizione, che a forza di ripeterla rischia di perdere corposità.
    Anche in H.Finn c'è il viaggio, con tanti soggetti che salgono a bordo, forse tutti frammenti più o meno scomposti dell'umanità e della sua vitale forza di sopravvivere e poi di conquistare qualcosa, non solo per se stessa ma anche di sè.stessa. Bino

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