La confusione del rileggere.

Chi legge molto immagazzina continuamente. Storie, nomi, date e luoghi, che si stratificano, sedimentano, è un processo quasi geologico. La geologia dei ricordi letterari.
Cosa resta? Il tempo, si sa, seleziona quelle che nel mio lavoro si chiamano, se pur per scopi diversi, "informazioni rilevanti". A rimanere negli anni è soltanto ciò che ci ha colpito. La profondità del segno dipende dalla forza con cui il libro tocca il lettore. Ci sono pugni e spallate, ma anche carezze  o semplici passaggi  di striscio, credo che l'impatto sia legato a tre circostanze, due emozionali dettate all'intesità dello stato d'animo che la lettura ha suscitato e a come e quando è stata scelta e, la terza, quasi tecnica, fa capo alla concentrazione durante la lettura.
"So aspettare, so pensare, so digiunare" non ho più letto "Siddharta" dal 1995, eppure non me lo dimenticherò mai, avevo 16 anni le antenne in testa belle alte a cercare ciò che dovevo necessariamente cercare, ignara del fatto che non lo avrei mai trovato. Come nessuno d'altronde. (Forse). Allora si doveva leggere Herman Hesse, un po' come si doveva leggere Ammanniti a inizio anni 2000 e così "Ti prendo e ti porto via" credo abbia aperto alla lettura anche i più refrattari. (In pochi ci riescono). Non c'era scampo e stranamente non lo avrei voluto. La concentrazione con cui ho letto "Lessico famigliare" ha reso Natalia Ginzburg la scrittrice che a lungo ho cercato nell'affacciarmi ai libri "da grande", per tranquillizzare la mia capacità di leggere come un adulto. "On the road" l'ho divorato e mi ha aperto a tutto quello che in America c'era stato prima e dopo.
Insomma sei un lettore e sei lì che scopri che ti piace tanto e inizi a macinare pagine e parole e a un certo punto ne hai accumulate una quantità industriale e molte, anche grazie alla scuola, al liceo e all'università, sei riuscita a rielaborarle e in qualche modo ad archiviarle quasi ordinatamente. Tanto altro è semi svanito, non compreso, non sentito o forse si è soltanto deciso di accantonarlo, ma quando si sente di iniziare a perdere le sfumature di qualcosa che è stato importante che si fa, si rilegge?
Ecco questo è un problema per me, le mie riletture raramente sono integrali. A parte "Il giovane Holden" che probabilmente l'ho letto anche all'indietro, il resto al massimo l'ho risfogliato.
Dunque si rilegge? E quando? E dunque non si legge in avanti? Non ho mai sciolto questo punto.
Perchè tutti abbiamo letto i "Promessi sposi" ma quando è giusto rileggerli?
La questione si pone in modo forte per i classici della letteratura (tutta), che diventano il racconto di un Paese e di un popolo, a volte anche di un non popolo. Quando scelgo di rileggere "Fontamara" e di rimandare quella nuova uscita così attraente? Quando si riprende Simone De Beauvoir? O la si legge per la prima volta a scanso delle uscite di primavera? Non lo so, per qualche tempo ho usato una specie di metodo per cui cercavo di alternare, poi è stato il mometo delle nuove uscite da divorare per sentirsi al passo con le rubriche e forse davvero coi tempi. Adesso vado a sentimento. Di pancia. E poi c'è una quantità industriale di vecchi libri ancora da conoscere e perchè non sono novità?

Commenti

  1. Ciao Laura,come vedi sono passata,e ti seguirò volentieri,scrivi così bene!
    E potresti consigliarmi tanti libri utili!
    Siddharta e ti prendo e ti porto via sono stati due libri che mi hanno segnata in adolescenza.
    Giungerà il momento per rileggerli?
    IN BOCCA AL LUPO DI CUORE!

    RispondiElimina
  2. Mmm...Non trovo il pulsante per diventare follower :-(

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Eccolo ora c'è...Grazie mille e se vuoi essere la prima mi farebbe molto piacere!

      Elimina
  3. secondo me si dovrebbe rileggere un libro(...e solo se ti ha lesciato tanto da cambiarti...)quando lo stai dimenticando, ti sfugge, scoloraisce insomma muore, perchè allora rileggere è come ricordare qualcuno che non c'è più per farlo rivire nel proprio cuore. questo pensiero ,che sembra sdolcinato, se lo analizzi bene è forte e ordina un po' "la confusione per rileggere ". Amelia

    RispondiElimina
  4. Confusione .. "con-fusione" e questo spiega un poco meglio..Bino

    RispondiElimina
  5. Cara Amelia ed Amelia cara, ancora non so bene..penso spero e credo che una Persona un libro comunque importanti non si dimenticano mai del tutto, possiamo dimenticare di averli dentro o sfumarne i contorni i colori gli odori, ma " ad un tratto chissà come e perchè ti troverai a " parlare di loro.
    E questo perchè comunque ed in qualche modo ci hanno cambiato.
    Bino

    RispondiElimina
  6. La prima volta la curiosità, il ritmo, la voracità porta qualche volta a sbranare, la seconda volta si studia e forse si impara, la terza ( se c'è) si gusta. E allora e cosa nostra.
    Giancleto

    RispondiElimina
  7. Ci sono anche letture e conoscenze a spot.
    Per seguire Giancleto, forse le volte successive ci si accosta per riprende, ricordare, riassaporare e riusare una parte del tutto.
    Libri o Persone.
    Ezio

    RispondiElimina
  8. Quello che segnali è un problema che caratterizza la società del nostro secolo: sempre più materiale, sempre meno tempo. Pensare che sia il materiale sia il tempo lo abbiamo inventato noi, fa rabbrividire. Per questo motivo la discussione nasce sì dal contesto della lettura, ma riguarda concetti molto più vasti e importanti: la cultura usa e getta.
    Anche io vivo il problema che vivi tu; finisco di leggere un libro, lo metto al suo posto nell'attesa di rileggerlo, poi non lo rileggo mai perché ci sono tanti libri - vecchi e nuovi - ancora in attesa di essere letti. Aumentano, aumentano, e organizzarsi diventa complicato.
    Sto lavorando su questo, soprattutto dopo aver visto un video che mi ha particolarmente ispirato. Si tratta di un cartone animato di pochi minuti, ma molto significativo e intenso. Tratta il tema della "vita dei libri": se cominciassimo a trattare i libri come voci vive e non come strumenti, ci sentiremmo addirittura in dovere di rileggerli. Come nella vita non possiamo conoscere tutte le persone del mondo ma ci accontentiamo e godiamo dei pochi veri amici, così nella letteratura non possiamo leggere tutti i libri esistenti ma gustare quelli a noi più vicini.
    Il video in questione s'intitola "The fantastic flying books of mr. Morris Lessmore", guardalo e capirai.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Fammi sapere, lo trovo di una poesia sconvolgente...

      Elimina
  9. Mi è piaciuto da morire, la biblioteca, l'adozione dei libri, l'amore e la gioia di Mr. Morris Lessmore e dei libri stessi. Bellissimo. Ti ringrazio molto della segnalazione. Dedicherò un post e lo linkerò al tuo commento.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post più popolari