L'isola del tesoro. Robert Louis Stevenson.
La copia dei miei pirati. |
Ho letto "L'isola del tesoro" da molto grande e m'è piaciuto tantissimo, se fossi stata un ragazzino di tredici anni mi sarebbe piaciuto ancora di più. Anche perché probabilmente non avrei cercato qualcuno cui dare il viso di Johnny Deep e non avrei immaginato Long John Silver come Barbossa.
Ad ogni modo l'isola del tesoro esiste ed è ai Caraibi e anche il tesoro esiste e sono in molti a cercarlo, anche chi, ragazzo e non pirata, incappa quasi per caso nella mappa della ciurma di Flint. Jim, il ragazzino che racconta e vive l'avventura, ha undici anni ed è già uomo, si occupa di sua madre e rischia di essere ucciso, al pari di qualunque altro, nel corso delle vicende, ma la sua statura, l'agilità e la curiosità della gioventù lo mettono in salvo, al corrente di trame segrete e lo aiutano a diventare grande. I corsari sono corsari, non sono buoni e sono vestiti come solo i pirati sanno fare. Esiste una moda piratesca e nell'isola del tesoro è descritta negli abiti e nei modi. Il mare è infinito, assolato, la sabbia è bianca e ci sono le caverne e le scialuppe e certo un grande ammutinamento e un vascello!
Un vascello carico di bucanieri di un tempo, più stanchi e più avveduti, che temono la forca, ma continuano ad amare la vita di mare e le scorrerie e, intanto, tra loro, Jim cresce. Affascinato dai pirati, ma senza diventare uno di loro.
I grandi diranno che è un romanzo di formazione, ma mi chiedo, come si può vivere grandiose avventure senza crescere? Credo che in fondo non ci sia riuscito nemmeno Peter Pan.
non condivido, Peter Pan si è " incistato " avvolto nel bozzolo dell'eterna fanciullezza nella coazione a ripetere se stesso e questo descrive uno stato psicologico particolare di un'età che non evolve, giovane o meno giovane che sia.
RispondiEliminaJim soffre combatte, si diverte, prende le distanze, muta cambia, uccide metaforicamente, non so se cresca davvero o se soltanto resti se stesso nel cambiare dei tempi con qualche adattamento. Bino
E se fosse una traccia per viaggiare dentro noi stessi, fino ad arrivare al tesoro, ovvero a trovare la propria entità? quanto c'è di favoloso e quanto anticipa ' on the road'? cammino, percorso, viaggio , esistenza, vita, si cerca qualcosa davvero o conta il muoversi in un contesto, route 66 o propria anima cambia poco..uniquique suum.
RispondiEliminaAnacleto